Questo sito utilizza cookie tecnici, analytics e di terze parti.
Proseguendo nella navigazione accetti l’utilizzo dei cookie.
Accetto
Cookie policy
Attiva / disattiva la navigazione
\n
<\/video><\/figure>\n\n\n\nFrancesca Bartolacci<\/em> - UniMc<\/p>\n","post_title":"pergamena 2","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena2","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-18 11:51:24","post_modified_gmt":"2021-12-18 10:51:24","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34142","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"}],"next":false,"prev":false,"total_page":1},"paged":1,"column_class":"jeg_col_2o3","class":"epic_block_11"};
\nSecondo un celebre adagio, l\u2019abito non fa il monaco. Il testo di questa lettera dimostra l\u2019esatto contrario: nel medioevo l\u2019abito era per i religiosi un elemento che stava a indicare visibilmente l\u2019appartenenza a un Ordine. Monaci e frati sono due categorie ben distinte. I primi vivevano in abbazie e monasteri che si erano diffusi in tutta l\u2019Europa fin dall\u2019alto medioevo, quasi sempre lontano dalle citt\u00e0, e dotati di cospicui beni fondiari I frati invece rappresentano una vigorosa espressione delle nuove forme di religiosit\u00e0 sorte nel Duecento. Queste comunit\u00e0 si facevano portavoce di un ideale evangelico di povert\u00e0 che le spingeva a fondare il proprio sostentamento sulle elemosine dei fedeli anzich\u00e9 sulle rendite della terra, come facevano i monaci. Perci\u00f2 queste nuove famiglie religiose, anche se sottoposte canonicamente a diverse regole, presero complessivamente il nome di Ordini mendicanti. I due principali Ordini mendicanti furono quello dei Minori, seguaci di san Francesco di Assisi, e dei Predicatori, seguaci di san Domenico di Guzm\u00e1n. Nel corso del Duecento, accanto a questi, presero vita altre comunit\u00e0, dotate di un proprio carisma: i Carmelitani, i Servi di Maria, gli Eremitani di Sant\u2019Agostino (o Agostiniani). Fu la vivacit\u00e0 di tale slancio religioso a creare qualche confusione nell\u2019abito da indossare. I frati di ogni comunit\u00e0 dovevano essere immediatamente riconoscibili: Francescani e Domenicani lo erano, poich\u00e9 i primi indossavano un semplice saio di colore grezzo, cinto con una corda, simbolo di umilt\u00e0, mentre i secondi vestivano pi\u00f9 riccamente una tonaca bianca con sopra una cappa nera. Il problema della confusione poteva per\u00f2 insorgere con altri movimenti minori, che non avevano ancora ben decantato la loro \u2018divisa\u2019. La lettera che qui leggiamo \u00e8 un esempio tra le tante conservate nell\u2019Archivio dei Conventuali, con cui papa Gregorio IX ordina di far rispettare l\u2019uso di un abito di colore nero, con ampie maniche, ai religiosi Brettinesi, una comunit\u00e0 di ispirazione eremitica sorta pochi anni prima nel territorio di Fano e che qualche tempo dopo sarebbe confluita nell\u2019eterogeneo gruppo dei frati agostiniani. Il motivo per il quale i Minori volevano che il papa disciplinasse l\u2019abito dei Brettinesi \u00e8 chiaramente espresso nel testo: i fedeli non dovevano confondere questi ultimi religiosi con i francescani nel momento in cui avevano intenzione di fare elemosine. Dunque, anche l\u2019abito fa il frate!<\/p>\n","post_title":"pergamena 3","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena-3","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-18 09:43:19","post_modified_gmt":"2021-12-18 08:43:19","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34165","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":34142,"post_author":"2","post_date":"2021-12-17 13:09:36","post_date_gmt":"2021-12-17 12:09:36","post_content":"\n<\/video><\/figure>\n\n\n\nFrancesca Bartolacci<\/em> - UniMc<\/p>\n","post_title":"pergamena 2","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena2","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-18 11:51:24","post_modified_gmt":"2021-12-18 10:51:24","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34142","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"}],"next":false,"prev":false,"total_page":1},"paged":1,"column_class":"jeg_col_2o3","class":"epic_block_11"};
\nIl testo di questa lettera non ha a che fare direttamente con le Marche, ma proietta la sua sfera d\u2019azione verso terre lontane. Attesta infatti una vocazione intensamente avvertita nel francescanesimo delle prime generazioni: lo slancio missionario. Francesco d\u2019Assisi, com\u2019\u00e8 noto, si era recato nel 1219 a Damietta per annunciare il Vangelo al sultano d'Egitto Malik al-Kamil. La missione era partita da Ancona: un bell\u2019affresco commemorativo, posto sulla controfacciata della Basilica di S. Giuseppe da Copertino, ritrae il Poverello d\u2019Assisi in procinto di salpare, accompagnato da una folla festante. L\u2019episodio del colloquio tra Francesco e il sultano d\u2019Egitto \u00e8 stato letto come una tappa fondamentale nel dialogo interreligioso, in un\u2019epoca in cui il movimento crociato fondava sull\u2019uso delle armi il rapporto con i popoli di fede musulmana. Quello stesso anelito verso la predicazione del Vangelo a uomini di culture, religioni e tradizioni diverse, fu ereditato dai seguaci di Francesco. Appena una generazione pi\u00f9 tardi, i Minori si erano spinti dal Vicino all\u2019Estremo Oriente, portando la Parola di Dio nel cuore della Cina: in questa vastissima area, la stabilizzazione dell\u2019impero mongolo aveva creato pi\u00f9 appetibili condizioni per i viaggiatori. Il frate umbro Giovanni da Pian del Carpine, dopo aver percorso pi\u00f9 di diecimila chilometri, giunse nel luglio 1246 al cospetto dell\u2019imperatore mongolo Guyuk: fu il primo occidentale a ritrovarsi faccia a faccia col sovrano pi\u00f9 temuto della terra, quindici anni prima dei fratelli Matteo e Niccol\u00f2 Polo. Frate Giovanni era partito da Lione nell\u2019aprile 1245 su mandato del papa, che, avvertendo come una minaccia l\u2019avanzata mongola verso l\u2019Europa orientale, intendeva imbastire con il Gran Khan rapporti diplomatici. Esattamente a questo momento si riferisce la lettera esposta: fu dettata a Lione nel marzo 1245, mentre si stava celebrando un solenne concilio. Ci\u00f2 che colpisce nel testo non \u00e8 solo il minuzioso disciplinamento canonico dell\u2019attivit\u00e0 missionaria, quanto anche il lunghissimo e variegato elenco dei popoli \u201cinfedeli\u201d e degli \u201ceretici\u201d d\u2019Oriente ai quali erano inviati i missionari francescani.<\/p>\n","post_title":"pergamena 4","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena-4","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-18 09:46:09","post_modified_gmt":"2021-12-18 08:46:09","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34167","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":34165,"post_author":"2","post_date":"2021-12-18 09:42:55","post_date_gmt":"2021-12-18 08:42:55","post_content":"\n
Secondo un celebre adagio, l\u2019abito non fa il monaco. Il testo di questa lettera dimostra l\u2019esatto contrario: nel medioevo l\u2019abito era per i religiosi un elemento che stava a indicare visibilmente l\u2019appartenenza a un Ordine. Monaci e frati sono due categorie ben distinte. I primi vivevano in abbazie e monasteri che si erano diffusi in tutta l\u2019Europa fin dall\u2019alto medioevo, quasi sempre lontano dalle citt\u00e0, e dotati di cospicui beni fondiari I frati invece rappresentano una vigorosa espressione delle nuove forme di religiosit\u00e0 sorte nel Duecento. Queste comunit\u00e0 si facevano portavoce di un ideale evangelico di povert\u00e0 che le spingeva a fondare il proprio sostentamento sulle elemosine dei fedeli anzich\u00e9 sulle rendite della terra, come facevano i monaci. Perci\u00f2 queste nuove famiglie religiose, anche se sottoposte canonicamente a diverse regole, presero complessivamente il nome di Ordini mendicanti. I due principali Ordini mendicanti furono quello dei Minori, seguaci di san Francesco di Assisi, e dei Predicatori, seguaci di san Domenico di Guzm\u00e1n. Nel corso del Duecento, accanto a questi, presero vita altre comunit\u00e0, dotate di un proprio carisma: i Carmelitani, i Servi di Maria, gli Eremitani di Sant\u2019Agostino (o Agostiniani). Fu la vivacit\u00e0 di tale slancio religioso a creare qualche confusione nell\u2019abito da indossare. I frati di ogni comunit\u00e0 dovevano essere immediatamente riconoscibili: Francescani e Domenicani lo erano, poich\u00e9 i primi indossavano un semplice saio di colore grezzo, cinto con una corda, simbolo di umilt\u00e0, mentre i secondi vestivano pi\u00f9 riccamente una tonaca bianca con sopra una cappa nera. Il problema della confusione poteva per\u00f2 insorgere con altri movimenti minori, che non avevano ancora ben decantato la loro \u2018divisa\u2019. La lettera che qui leggiamo \u00e8 un esempio tra le tante conservate nell\u2019Archivio dei Conventuali, con cui papa Gregorio IX ordina di far rispettare l\u2019uso di un abito di colore nero, con ampie maniche, ai religiosi Brettinesi, una comunit\u00e0 di ispirazione eremitica sorta pochi anni prima nel territorio di Fano e che qualche tempo dopo sarebbe confluita nell\u2019eterogeneo gruppo dei frati agostiniani. Il motivo per il quale i Minori volevano che il papa disciplinasse l\u2019abito dei Brettinesi \u00e8 chiaramente espresso nel testo: i fedeli non dovevano confondere questi ultimi religiosi con i francescani nel momento in cui avevano intenzione di fare elemosine. Dunque, anche l\u2019abito fa il frate!<\/p>\n","post_title":"pergamena 3","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena-3","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-18 09:43:19","post_modified_gmt":"2021-12-18 08:43:19","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34165","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":34142,"post_author":"2","post_date":"2021-12-17 13:09:36","post_date_gmt":"2021-12-17 12:09:36","post_content":"\n<\/video><\/figure>\n\n\n\nFrancesca Bartolacci<\/em> - UniMc<\/p>\n","post_title":"pergamena 2","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena2","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-18 11:51:24","post_modified_gmt":"2021-12-18 10:51:24","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34142","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"}],"next":false,"prev":false,"total_page":1},"paged":1,"column_class":"jeg_col_2o3","class":"epic_block_11"};
\nIl papa istituisce nel testo una serie di relazioni fra autorit\u00e0 diverse fra loro. Il motivo \u00e8 la lotta contro l\u2019eresia, un obiettivo che il papato duecentesco persegu\u00ec strenuamente. Alla base di tutto risiede l\u2019attivit\u00e0 legislativa contro gli eretici promossa dell\u2019imperatore Federico II negli anni Venti e Trenta del Duecento. Tale normativa costitu\u00ec infatti una disciplina organica pienamente recepita dalla Chiesa. Potr\u00e0 sembrare paradossale, ma gli stessi papi che dichiararono Federico II reo, scomunicandolo pi\u00f9 volte, fino a dichiararlo deposto nel 1245, accolsero invece con favore le sue leggi contro gli eretici. Destinatari della lettera esposta sono gli inquisitori francescani, ai quali il papa aveva affidato, insieme ai frati Predicatori, l\u2019amministrazione del tribunale papale dell\u2019inquisizione, istituito appena qualche anno prima, nel 1235. A costoro il papa ingiunge di vigilare affinch\u00e9 le norme di Federico II contro gli eretici fossero inserite negli statuti delle citt\u00e0. Gli statuti rappresentavano il testo costituzionale del quale ogni citt\u00e0 comunale si dotava: nell\u2019Archivio storico comunale di Osimo si conserva il codice degli statuti risalente ai primi anni del Trecento. Nella lettera qui esposta il papa ricorda espressamente di aver gi\u00e0 rivolto alle magistrature comunali \u2013 il podest\u00e0 e le assemblee consiliari, che corrispondevano grosso modo al sindaco e al Consiglio comunale di oggi \u2013 l\u2019ordine di recepire la normativa antiereticale federiciana. Gli inquisitori francescani sono chiamati in causa per verificare che i magistrati cittadini abbiano assolto al loro dovere. Questa bolla non \u00e8 l\u2019unica testimonianza a tale proposito: sappiamo infatti che, nel corso del Duecento, almeno cinque pontefici richiesero l\u2019inserzione negli statuti della normativa emanata da Federico II.<\/p>\n","post_title":"pergamena 5","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena-5","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-18 09:47:28","post_modified_gmt":"2021-12-18 08:47:28","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34169","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":34167,"post_author":"2","post_date":"2021-12-18 09:46:06","post_date_gmt":"2021-12-18 08:46:06","post_content":"\n
Il testo di questa lettera non ha a che fare direttamente con le Marche, ma proietta la sua sfera d\u2019azione verso terre lontane. Attesta infatti una vocazione intensamente avvertita nel francescanesimo delle prime generazioni: lo slancio missionario. Francesco d\u2019Assisi, com\u2019\u00e8 noto, si era recato nel 1219 a Damietta per annunciare il Vangelo al sultano d'Egitto Malik al-Kamil. La missione era partita da Ancona: un bell\u2019affresco commemorativo, posto sulla controfacciata della Basilica di S. Giuseppe da Copertino, ritrae il Poverello d\u2019Assisi in procinto di salpare, accompagnato da una folla festante. L\u2019episodio del colloquio tra Francesco e il sultano d\u2019Egitto \u00e8 stato letto come una tappa fondamentale nel dialogo interreligioso, in un\u2019epoca in cui il movimento crociato fondava sull\u2019uso delle armi il rapporto con i popoli di fede musulmana. Quello stesso anelito verso la predicazione del Vangelo a uomini di culture, religioni e tradizioni diverse, fu ereditato dai seguaci di Francesco. Appena una generazione pi\u00f9 tardi, i Minori si erano spinti dal Vicino all\u2019Estremo Oriente, portando la Parola di Dio nel cuore della Cina: in questa vastissima area, la stabilizzazione dell\u2019impero mongolo aveva creato pi\u00f9 appetibili condizioni per i viaggiatori. Il frate umbro Giovanni da Pian del Carpine, dopo aver percorso pi\u00f9 di diecimila chilometri, giunse nel luglio 1246 al cospetto dell\u2019imperatore mongolo Guyuk: fu il primo occidentale a ritrovarsi faccia a faccia col sovrano pi\u00f9 temuto della terra, quindici anni prima dei fratelli Matteo e Niccol\u00f2 Polo. Frate Giovanni era partito da Lione nell\u2019aprile 1245 su mandato del papa, che, avvertendo come una minaccia l\u2019avanzata mongola verso l\u2019Europa orientale, intendeva imbastire con il Gran Khan rapporti diplomatici. Esattamente a questo momento si riferisce la lettera esposta: fu dettata a Lione nel marzo 1245, mentre si stava celebrando un solenne concilio. Ci\u00f2 che colpisce nel testo non \u00e8 solo il minuzioso disciplinamento canonico dell\u2019attivit\u00e0 missionaria, quanto anche il lunghissimo e variegato elenco dei popoli \u201cinfedeli\u201d e degli \u201ceretici\u201d d\u2019Oriente ai quali erano inviati i missionari francescani.<\/p>\n","post_title":"pergamena 4","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena-4","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-18 09:46:09","post_modified_gmt":"2021-12-18 08:46:09","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34167","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":34165,"post_author":"2","post_date":"2021-12-18 09:42:55","post_date_gmt":"2021-12-18 08:42:55","post_content":"\n
Secondo un celebre adagio, l\u2019abito non fa il monaco. Il testo di questa lettera dimostra l\u2019esatto contrario: nel medioevo l\u2019abito era per i religiosi un elemento che stava a indicare visibilmente l\u2019appartenenza a un Ordine. Monaci e frati sono due categorie ben distinte. I primi vivevano in abbazie e monasteri che si erano diffusi in tutta l\u2019Europa fin dall\u2019alto medioevo, quasi sempre lontano dalle citt\u00e0, e dotati di cospicui beni fondiari I frati invece rappresentano una vigorosa espressione delle nuove forme di religiosit\u00e0 sorte nel Duecento. Queste comunit\u00e0 si facevano portavoce di un ideale evangelico di povert\u00e0 che le spingeva a fondare il proprio sostentamento sulle elemosine dei fedeli anzich\u00e9 sulle rendite della terra, come facevano i monaci. Perci\u00f2 queste nuove famiglie religiose, anche se sottoposte canonicamente a diverse regole, presero complessivamente il nome di Ordini mendicanti. I due principali Ordini mendicanti furono quello dei Minori, seguaci di san Francesco di Assisi, e dei Predicatori, seguaci di san Domenico di Guzm\u00e1n. Nel corso del Duecento, accanto a questi, presero vita altre comunit\u00e0, dotate di un proprio carisma: i Carmelitani, i Servi di Maria, gli Eremitani di Sant\u2019Agostino (o Agostiniani). Fu la vivacit\u00e0 di tale slancio religioso a creare qualche confusione nell\u2019abito da indossare. I frati di ogni comunit\u00e0 dovevano essere immediatamente riconoscibili: Francescani e Domenicani lo erano, poich\u00e9 i primi indossavano un semplice saio di colore grezzo, cinto con una corda, simbolo di umilt\u00e0, mentre i secondi vestivano pi\u00f9 riccamente una tonaca bianca con sopra una cappa nera. Il problema della confusione poteva per\u00f2 insorgere con altri movimenti minori, che non avevano ancora ben decantato la loro \u2018divisa\u2019. La lettera che qui leggiamo \u00e8 un esempio tra le tante conservate nell\u2019Archivio dei Conventuali, con cui papa Gregorio IX ordina di far rispettare l\u2019uso di un abito di colore nero, con ampie maniche, ai religiosi Brettinesi, una comunit\u00e0 di ispirazione eremitica sorta pochi anni prima nel territorio di Fano e che qualche tempo dopo sarebbe confluita nell\u2019eterogeneo gruppo dei frati agostiniani. Il motivo per il quale i Minori volevano che il papa disciplinasse l\u2019abito dei Brettinesi \u00e8 chiaramente espresso nel testo: i fedeli non dovevano confondere questi ultimi religiosi con i francescani nel momento in cui avevano intenzione di fare elemosine. Dunque, anche l\u2019abito fa il frate!<\/p>\n","post_title":"pergamena 3","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena-3","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-18 09:43:19","post_modified_gmt":"2021-12-18 08:43:19","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34165","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":34142,"post_author":"2","post_date":"2021-12-17 13:09:36","post_date_gmt":"2021-12-17 12:09:36","post_content":"\n<\/video><\/figure>\n\n\n\nFrancesca Bartolacci<\/em> - UniMc<\/p>\n","post_title":"pergamena 2","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena2","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-18 11:51:24","post_modified_gmt":"2021-12-18 10:51:24","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34142","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"}],"next":false,"prev":false,"total_page":1},"paged":1,"column_class":"jeg_col_2o3","class":"epic_block_11"};
\nQuesto testo costituisce una tappa di una vicenda storicamente tanto affascinante quanto complessa: quella delle stimmate di san Francesco. Francesco fu il primo santo della Chiesa cattolica al quale fu riconosciuto il dono delle stimmate. Su questo tema un\u2019autorevole studiosa, Chiara Frugoni, ha scritto un libro fondamentale (Francesco e l\u2019invenzione delle stimmate. Una storia per parole e immagini fino a Bonaventura e Giotto<\/em>, Einaudi, Torino 1993), ove indaga la costruzione dell\u2019immagine \u2018ufficiale\u2019 del santo dopo la sua morte. Quanto alle stimmate, Francesco non ne fece mai parola nei suoi scritti, e pure i primi racconti biografici forniscono dati piuttosto discordanti. Neppure la bolla di canonizzazione di papa Gregorio IX, risalente al luglio 1228, menziona affatto le stimmate. Soltanto pi\u00f9 tardi, nel 1237, lo stesso Gregorio volle renderne testimonianza ufficiale, dopo un\u2019accurata indagine. Il pontefice abbracci\u00f2 pertanto la convinzione che Francesco, secondo quanto si legge nel testo qui esposto, avrebbe portato nel suo corpo le ferite provocate dai chiodi sulle mani e sui piedi e la piaga di una ferita sul fianco, come Cristo nella Passione, nascondendole agli occhi degli uomini, dei quali rifuggiva la gloria. Per corroborarne la veridicit\u00e0, il papa afferm\u00f2 che delle stimmate aveva avuto notizia gi\u00e0 molti anni prima, quando era ancora cardinale e rivestiva il ruolo di protettore dell\u2019Ordine dei Minori. La questione delle stimmate di san Francesco appare pertanto complessa e ancora dibattuta sul piano storico-filologico.\u00a0<\/p>\n","post_title":"pergamena 6","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena-6","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-18 09:51:00","post_modified_gmt":"2021-12-18 08:51:00","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34173","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":34169,"post_author":"2","post_date":"2021-12-18 09:47:27","post_date_gmt":"2021-12-18 08:47:27","post_content":"\nIl papa istituisce nel testo una serie di relazioni fra autorit\u00e0 diverse fra loro. Il motivo \u00e8 la lotta contro l\u2019eresia, un obiettivo che il papato duecentesco persegu\u00ec strenuamente. Alla base di tutto risiede l\u2019attivit\u00e0 legislativa contro gli eretici promossa dell\u2019imperatore Federico II negli anni Venti e Trenta del Duecento. Tale normativa costitu\u00ec infatti una disciplina organica pienamente recepita dalla Chiesa. Potr\u00e0 sembrare paradossale, ma gli stessi papi che dichiararono Federico II reo, scomunicandolo pi\u00f9 volte, fino a dichiararlo deposto nel 1245, accolsero invece con favore le sue leggi contro gli eretici. Destinatari della lettera esposta sono gli inquisitori francescani, ai quali il papa aveva affidato, insieme ai frati Predicatori, l\u2019amministrazione del tribunale papale dell\u2019inquisizione, istituito appena qualche anno prima, nel 1235. A costoro il papa ingiunge di vigilare affinch\u00e9 le norme di Federico II contro gli eretici fossero inserite negli statuti delle citt\u00e0. Gli statuti rappresentavano il testo costituzionale del quale ogni citt\u00e0 comunale si dotava: nell\u2019Archivio storico comunale di Osimo si conserva il codice degli statuti risalente ai primi anni del Trecento. Nella lettera qui esposta il papa ricorda espressamente di aver gi\u00e0 rivolto alle magistrature comunali \u2013 il podest\u00e0 e le assemblee consiliari, che corrispondevano grosso modo al sindaco e al Consiglio comunale di oggi \u2013 l\u2019ordine di recepire la normativa antiereticale federiciana. Gli inquisitori francescani sono chiamati in causa per verificare che i magistrati cittadini abbiano assolto al loro dovere. Questa bolla non \u00e8 l\u2019unica testimonianza a tale proposito: sappiamo infatti che, nel corso del Duecento, almeno cinque pontefici richiesero l\u2019inserzione negli statuti della normativa emanata da Federico II.<\/p>\n","post_title":"pergamena 5","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena-5","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-18 09:47:28","post_modified_gmt":"2021-12-18 08:47:28","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34169","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":34167,"post_author":"2","post_date":"2021-12-18 09:46:06","post_date_gmt":"2021-12-18 08:46:06","post_content":"\n
Il testo di questa lettera non ha a che fare direttamente con le Marche, ma proietta la sua sfera d\u2019azione verso terre lontane. Attesta infatti una vocazione intensamente avvertita nel francescanesimo delle prime generazioni: lo slancio missionario. Francesco d\u2019Assisi, com\u2019\u00e8 noto, si era recato nel 1219 a Damietta per annunciare il Vangelo al sultano d'Egitto Malik al-Kamil. La missione era partita da Ancona: un bell\u2019affresco commemorativo, posto sulla controfacciata della Basilica di S. Giuseppe da Copertino, ritrae il Poverello d\u2019Assisi in procinto di salpare, accompagnato da una folla festante. L\u2019episodio del colloquio tra Francesco e il sultano d\u2019Egitto \u00e8 stato letto come una tappa fondamentale nel dialogo interreligioso, in un\u2019epoca in cui il movimento crociato fondava sull\u2019uso delle armi il rapporto con i popoli di fede musulmana. Quello stesso anelito verso la predicazione del Vangelo a uomini di culture, religioni e tradizioni diverse, fu ereditato dai seguaci di Francesco. Appena una generazione pi\u00f9 tardi, i Minori si erano spinti dal Vicino all\u2019Estremo Oriente, portando la Parola di Dio nel cuore della Cina: in questa vastissima area, la stabilizzazione dell\u2019impero mongolo aveva creato pi\u00f9 appetibili condizioni per i viaggiatori. Il frate umbro Giovanni da Pian del Carpine, dopo aver percorso pi\u00f9 di diecimila chilometri, giunse nel luglio 1246 al cospetto dell\u2019imperatore mongolo Guyuk: fu il primo occidentale a ritrovarsi faccia a faccia col sovrano pi\u00f9 temuto della terra, quindici anni prima dei fratelli Matteo e Niccol\u00f2 Polo. Frate Giovanni era partito da Lione nell\u2019aprile 1245 su mandato del papa, che, avvertendo come una minaccia l\u2019avanzata mongola verso l\u2019Europa orientale, intendeva imbastire con il Gran Khan rapporti diplomatici. Esattamente a questo momento si riferisce la lettera esposta: fu dettata a Lione nel marzo 1245, mentre si stava celebrando un solenne concilio. Ci\u00f2 che colpisce nel testo non \u00e8 solo il minuzioso disciplinamento canonico dell\u2019attivit\u00e0 missionaria, quanto anche il lunghissimo e variegato elenco dei popoli \u201cinfedeli\u201d e degli \u201ceretici\u201d d\u2019Oriente ai quali erano inviati i missionari francescani.<\/p>\n","post_title":"pergamena 4","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena-4","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-18 09:46:09","post_modified_gmt":"2021-12-18 08:46:09","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34167","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":34165,"post_author":"2","post_date":"2021-12-18 09:42:55","post_date_gmt":"2021-12-18 08:42:55","post_content":"\n
Secondo un celebre adagio, l\u2019abito non fa il monaco. Il testo di questa lettera dimostra l\u2019esatto contrario: nel medioevo l\u2019abito era per i religiosi un elemento che stava a indicare visibilmente l\u2019appartenenza a un Ordine. Monaci e frati sono due categorie ben distinte. I primi vivevano in abbazie e monasteri che si erano diffusi in tutta l\u2019Europa fin dall\u2019alto medioevo, quasi sempre lontano dalle citt\u00e0, e dotati di cospicui beni fondiari I frati invece rappresentano una vigorosa espressione delle nuove forme di religiosit\u00e0 sorte nel Duecento. Queste comunit\u00e0 si facevano portavoce di un ideale evangelico di povert\u00e0 che le spingeva a fondare il proprio sostentamento sulle elemosine dei fedeli anzich\u00e9 sulle rendite della terra, come facevano i monaci. Perci\u00f2 queste nuove famiglie religiose, anche se sottoposte canonicamente a diverse regole, presero complessivamente il nome di Ordini mendicanti. I due principali Ordini mendicanti furono quello dei Minori, seguaci di san Francesco di Assisi, e dei Predicatori, seguaci di san Domenico di Guzm\u00e1n. Nel corso del Duecento, accanto a questi, presero vita altre comunit\u00e0, dotate di un proprio carisma: i Carmelitani, i Servi di Maria, gli Eremitani di Sant\u2019Agostino (o Agostiniani). Fu la vivacit\u00e0 di tale slancio religioso a creare qualche confusione nell\u2019abito da indossare. I frati di ogni comunit\u00e0 dovevano essere immediatamente riconoscibili: Francescani e Domenicani lo erano, poich\u00e9 i primi indossavano un semplice saio di colore grezzo, cinto con una corda, simbolo di umilt\u00e0, mentre i secondi vestivano pi\u00f9 riccamente una tonaca bianca con sopra una cappa nera. Il problema della confusione poteva per\u00f2 insorgere con altri movimenti minori, che non avevano ancora ben decantato la loro \u2018divisa\u2019. La lettera che qui leggiamo \u00e8 un esempio tra le tante conservate nell\u2019Archivio dei Conventuali, con cui papa Gregorio IX ordina di far rispettare l\u2019uso di un abito di colore nero, con ampie maniche, ai religiosi Brettinesi, una comunit\u00e0 di ispirazione eremitica sorta pochi anni prima nel territorio di Fano e che qualche tempo dopo sarebbe confluita nell\u2019eterogeneo gruppo dei frati agostiniani. Il motivo per il quale i Minori volevano che il papa disciplinasse l\u2019abito dei Brettinesi \u00e8 chiaramente espresso nel testo: i fedeli non dovevano confondere questi ultimi religiosi con i francescani nel momento in cui avevano intenzione di fare elemosine. Dunque, anche l\u2019abito fa il frate!<\/p>\n","post_title":"pergamena 3","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena-3","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-18 09:43:19","post_modified_gmt":"2021-12-18 08:43:19","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34165","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":34142,"post_author":"2","post_date":"2021-12-17 13:09:36","post_date_gmt":"2021-12-17 12:09:36","post_content":"\n<\/video><\/figure>\n\n\n\nFrancesca Bartolacci<\/em> - UniMc<\/p>\n","post_title":"pergamena 2","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena2","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-18 11:51:24","post_modified_gmt":"2021-12-18 10:51:24","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34142","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"}],"next":false,"prev":false,"total_page":1},"paged":1,"column_class":"jeg_col_2o3","class":"epic_block_11"};
\nIl testo riguarda una delicata questione politico-diplomatica che investe le sorti dell\u2019Italia. Il papa si avvale qui disinvoltamente delle armi spirituali per rivendicare il ruolo di arbitro in uno scontro di potere fra due contendenti. Il primo di questi \u00e8 Manfredi, il figlio naturale di Federico II che, dopo la morte del padre, era stato proclamato re di Sicilia contro il volere papale e poteva coordinare efficacemente le forze ghibelline nell\u2019Italia centrosettentrionale. Il testo dipinge questa figura a tinte fosche: Manfredi viene tacciato di \u201cdisumana perfidia\u201d e di molte mostruosit\u00e0 minuziosamente elencate: essere un \u201cvelenoso eretico\u201d, \u201cperseguitare i fedeli\u201d, turbare la pace, avere come fidi alleati quei saraceni, che suo padre aveva fatto radunare nella roccaforte di Lucera, nel nord della Puglia. Siamo di fronte a un ritratto esasperato, intonato a una retorica gi\u00e0 ampiamente sperimentata dal papato durante gli anni di Federico II: se quest\u2019ultimo era considerato negli ambienti curiali come l\u2019Anticristo, il testo che qui leggiamo \u00e8 pronto ad affermare che Manfredi \u201cpu\u00f2 perfino superare la crudelt\u00e0 paterna\u201d. Un ritratto antitetico \u00e8 quello che si delinea per il secondo contendente in causa, Carlo d\u2019Angi\u00f2, conte di Provenza e fratello del re di Francia Luigi IX. Carlo \u00e8 dipinto come uomo giusto, difensore della fede, pronto a obbedire agli inviti del papa. Clemente IV lo aveva investito nel febbraio 1265 del Regno di Sicilia, dopo lunghe negoziazioni: il 30 aprile aveva stipulato con lui un vero e proprio trattato, che fissava una lunga serie di clausole. Carlo avrebbe dovuto conquistare in armi il Regno di Sicilia con il favore della Chiesa, cosa che avvenne grazie all\u2019esito della celebre battaglia di Benevento, nel febbraio 1266, ove Carlo usc\u00ec vincitore e Manfredi perse la vita. La nostra lettera testimonia dunque i fervidi preparativi: cosa poteva fare di meglio il papa se non indire una vera e propria crociata contro l\u2019eretico Manfredi e accordare a coloro che avrebbero accolto l\u2019invito gli stessi benefici spirituali di chi partiva per combattere in Terrasanta? E a chi affidare la predicazione della crociata \u2013 che rappresentava un aspetto delicatissimo sul piano di quella che oggi chiamiamo \u2018comunicazione politica\u2019 - se non ai frati Minori, cos\u00ec versati nella predicazione alle folle urbane? Ma c\u2019\u00e8 di pi\u00f9: nel testo il papa accorda anche quaranta giorni di indulgenza a quei fedeli che si sarebbero recati ad ascoltare le prediche, anzi \u2013 come recita il dettato \u2013 che vi \u201ccorreranno con fervore\u201d.\u00a0<\/p>\n","post_title":"pergamena 7","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena-7","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-18 09:52:30","post_modified_gmt":"2021-12-18 08:52:30","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34175","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":34173,"post_author":"2","post_date":"2021-12-18 09:50:42","post_date_gmt":"2021-12-18 08:50:42","post_content":"\n
Questo testo costituisce una tappa di una vicenda storicamente tanto affascinante quanto complessa: quella delle stimmate di san Francesco. Francesco fu il primo santo della Chiesa cattolica al quale fu riconosciuto il dono delle stimmate. Su questo tema un\u2019autorevole studiosa, Chiara Frugoni, ha scritto un libro fondamentale (Francesco e l\u2019invenzione delle stimmate. Una storia per parole e immagini fino a Bonaventura e Giotto<\/em>, Einaudi, Torino 1993), ove indaga la costruzione dell\u2019immagine \u2018ufficiale\u2019 del santo dopo la sua morte. Quanto alle stimmate, Francesco non ne fece mai parola nei suoi scritti, e pure i primi racconti biografici forniscono dati piuttosto discordanti. Neppure la bolla di canonizzazione di papa Gregorio IX, risalente al luglio 1228, menziona affatto le stimmate. Soltanto pi\u00f9 tardi, nel 1237, lo stesso Gregorio volle renderne testimonianza ufficiale, dopo un\u2019accurata indagine. Il pontefice abbracci\u00f2 pertanto la convinzione che Francesco, secondo quanto si legge nel testo qui esposto, avrebbe portato nel suo corpo le ferite provocate dai chiodi sulle mani e sui piedi e la piaga di una ferita sul fianco, come Cristo nella Passione, nascondendole agli occhi degli uomini, dei quali rifuggiva la gloria. Per corroborarne la veridicit\u00e0, il papa afferm\u00f2 che delle stimmate aveva avuto notizia gi\u00e0 molti anni prima, quando era ancora cardinale e rivestiva il ruolo di protettore dell\u2019Ordine dei Minori. La questione delle stimmate di san Francesco appare pertanto complessa e ancora dibattuta sul piano storico-filologico.\u00a0<\/p>\n","post_title":"pergamena 6","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena-6","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-18 09:51:00","post_modified_gmt":"2021-12-18 08:51:00","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34173","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":34169,"post_author":"2","post_date":"2021-12-18 09:47:27","post_date_gmt":"2021-12-18 08:47:27","post_content":"\nIl papa istituisce nel testo una serie di relazioni fra autorit\u00e0 diverse fra loro. Il motivo \u00e8 la lotta contro l\u2019eresia, un obiettivo che il papato duecentesco persegu\u00ec strenuamente. Alla base di tutto risiede l\u2019attivit\u00e0 legislativa contro gli eretici promossa dell\u2019imperatore Federico II negli anni Venti e Trenta del Duecento. Tale normativa costitu\u00ec infatti una disciplina organica pienamente recepita dalla Chiesa. Potr\u00e0 sembrare paradossale, ma gli stessi papi che dichiararono Federico II reo, scomunicandolo pi\u00f9 volte, fino a dichiararlo deposto nel 1245, accolsero invece con favore le sue leggi contro gli eretici. Destinatari della lettera esposta sono gli inquisitori francescani, ai quali il papa aveva affidato, insieme ai frati Predicatori, l\u2019amministrazione del tribunale papale dell\u2019inquisizione, istituito appena qualche anno prima, nel 1235. A costoro il papa ingiunge di vigilare affinch\u00e9 le norme di Federico II contro gli eretici fossero inserite negli statuti delle citt\u00e0. Gli statuti rappresentavano il testo costituzionale del quale ogni citt\u00e0 comunale si dotava: nell\u2019Archivio storico comunale di Osimo si conserva il codice degli statuti risalente ai primi anni del Trecento. Nella lettera qui esposta il papa ricorda espressamente di aver gi\u00e0 rivolto alle magistrature comunali \u2013 il podest\u00e0 e le assemblee consiliari, che corrispondevano grosso modo al sindaco e al Consiglio comunale di oggi \u2013 l\u2019ordine di recepire la normativa antiereticale federiciana. Gli inquisitori francescani sono chiamati in causa per verificare che i magistrati cittadini abbiano assolto al loro dovere. Questa bolla non \u00e8 l\u2019unica testimonianza a tale proposito: sappiamo infatti che, nel corso del Duecento, almeno cinque pontefici richiesero l\u2019inserzione negli statuti della normativa emanata da Federico II.<\/p>\n","post_title":"pergamena 5","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena-5","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-18 09:47:28","post_modified_gmt":"2021-12-18 08:47:28","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34169","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":34167,"post_author":"2","post_date":"2021-12-18 09:46:06","post_date_gmt":"2021-12-18 08:46:06","post_content":"\n
Il testo di questa lettera non ha a che fare direttamente con le Marche, ma proietta la sua sfera d\u2019azione verso terre lontane. Attesta infatti una vocazione intensamente avvertita nel francescanesimo delle prime generazioni: lo slancio missionario. Francesco d\u2019Assisi, com\u2019\u00e8 noto, si era recato nel 1219 a Damietta per annunciare il Vangelo al sultano d'Egitto Malik al-Kamil. La missione era partita da Ancona: un bell\u2019affresco commemorativo, posto sulla controfacciata della Basilica di S. Giuseppe da Copertino, ritrae il Poverello d\u2019Assisi in procinto di salpare, accompagnato da una folla festante. L\u2019episodio del colloquio tra Francesco e il sultano d\u2019Egitto \u00e8 stato letto come una tappa fondamentale nel dialogo interreligioso, in un\u2019epoca in cui il movimento crociato fondava sull\u2019uso delle armi il rapporto con i popoli di fede musulmana. Quello stesso anelito verso la predicazione del Vangelo a uomini di culture, religioni e tradizioni diverse, fu ereditato dai seguaci di Francesco. Appena una generazione pi\u00f9 tardi, i Minori si erano spinti dal Vicino all\u2019Estremo Oriente, portando la Parola di Dio nel cuore della Cina: in questa vastissima area, la stabilizzazione dell\u2019impero mongolo aveva creato pi\u00f9 appetibili condizioni per i viaggiatori. Il frate umbro Giovanni da Pian del Carpine, dopo aver percorso pi\u00f9 di diecimila chilometri, giunse nel luglio 1246 al cospetto dell\u2019imperatore mongolo Guyuk: fu il primo occidentale a ritrovarsi faccia a faccia col sovrano pi\u00f9 temuto della terra, quindici anni prima dei fratelli Matteo e Niccol\u00f2 Polo. Frate Giovanni era partito da Lione nell\u2019aprile 1245 su mandato del papa, che, avvertendo come una minaccia l\u2019avanzata mongola verso l\u2019Europa orientale, intendeva imbastire con il Gran Khan rapporti diplomatici. Esattamente a questo momento si riferisce la lettera esposta: fu dettata a Lione nel marzo 1245, mentre si stava celebrando un solenne concilio. Ci\u00f2 che colpisce nel testo non \u00e8 solo il minuzioso disciplinamento canonico dell\u2019attivit\u00e0 missionaria, quanto anche il lunghissimo e variegato elenco dei popoli \u201cinfedeli\u201d e degli \u201ceretici\u201d d\u2019Oriente ai quali erano inviati i missionari francescani.<\/p>\n","post_title":"pergamena 4","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena-4","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-18 09:46:09","post_modified_gmt":"2021-12-18 08:46:09","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34167","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":34165,"post_author":"2","post_date":"2021-12-18 09:42:55","post_date_gmt":"2021-12-18 08:42:55","post_content":"\n
Secondo un celebre adagio, l\u2019abito non fa il monaco. Il testo di questa lettera dimostra l\u2019esatto contrario: nel medioevo l\u2019abito era per i religiosi un elemento che stava a indicare visibilmente l\u2019appartenenza a un Ordine. Monaci e frati sono due categorie ben distinte. I primi vivevano in abbazie e monasteri che si erano diffusi in tutta l\u2019Europa fin dall\u2019alto medioevo, quasi sempre lontano dalle citt\u00e0, e dotati di cospicui beni fondiari I frati invece rappresentano una vigorosa espressione delle nuove forme di religiosit\u00e0 sorte nel Duecento. Queste comunit\u00e0 si facevano portavoce di un ideale evangelico di povert\u00e0 che le spingeva a fondare il proprio sostentamento sulle elemosine dei fedeli anzich\u00e9 sulle rendite della terra, come facevano i monaci. Perci\u00f2 queste nuove famiglie religiose, anche se sottoposte canonicamente a diverse regole, presero complessivamente il nome di Ordini mendicanti. I due principali Ordini mendicanti furono quello dei Minori, seguaci di san Francesco di Assisi, e dei Predicatori, seguaci di san Domenico di Guzm\u00e1n. Nel corso del Duecento, accanto a questi, presero vita altre comunit\u00e0, dotate di un proprio carisma: i Carmelitani, i Servi di Maria, gli Eremitani di Sant\u2019Agostino (o Agostiniani). Fu la vivacit\u00e0 di tale slancio religioso a creare qualche confusione nell\u2019abito da indossare. I frati di ogni comunit\u00e0 dovevano essere immediatamente riconoscibili: Francescani e Domenicani lo erano, poich\u00e9 i primi indossavano un semplice saio di colore grezzo, cinto con una corda, simbolo di umilt\u00e0, mentre i secondi vestivano pi\u00f9 riccamente una tonaca bianca con sopra una cappa nera. Il problema della confusione poteva per\u00f2 insorgere con altri movimenti minori, che non avevano ancora ben decantato la loro \u2018divisa\u2019. La lettera che qui leggiamo \u00e8 un esempio tra le tante conservate nell\u2019Archivio dei Conventuali, con cui papa Gregorio IX ordina di far rispettare l\u2019uso di un abito di colore nero, con ampie maniche, ai religiosi Brettinesi, una comunit\u00e0 di ispirazione eremitica sorta pochi anni prima nel territorio di Fano e che qualche tempo dopo sarebbe confluita nell\u2019eterogeneo gruppo dei frati agostiniani. Il motivo per il quale i Minori volevano che il papa disciplinasse l\u2019abito dei Brettinesi \u00e8 chiaramente espresso nel testo: i fedeli non dovevano confondere questi ultimi religiosi con i francescani nel momento in cui avevano intenzione di fare elemosine. Dunque, anche l\u2019abito fa il frate!<\/p>\n","post_title":"pergamena 3","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena-3","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-18 09:43:19","post_modified_gmt":"2021-12-18 08:43:19","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34165","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":34142,"post_author":"2","post_date":"2021-12-17 13:09:36","post_date_gmt":"2021-12-17 12:09:36","post_content":"\n<\/video><\/figure>\n\n\n\nFrancesca Bartolacci<\/em> - UniMc<\/p>\n","post_title":"pergamena 2","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena2","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-18 11:51:24","post_modified_gmt":"2021-12-18 10:51:24","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34142","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"}],"next":false,"prev":false,"total_page":1},"paged":1,"column_class":"jeg_col_2o3","class":"epic_block_11"};
\nIn questa lettera papa Niccol\u00f2 IV si rivolge al ministro generale e a tutti i frati Minori. Vale la pena ricordare che Niccol\u00f2 IV, originario di Ascoli, fu il primo papa a provenire dalle fila dell\u2019Ordine dei Minori. Il testo ha il pregio di gettare uno sguardo su alcuni aspetti della prassi canonica del XIII secolo. Quando un fedele abbracciava una dottrina o metteva in atto comportamenti al di fuori dell\u2019ortodossia cattolica, o ancora si macchiava di gravi peccati, veniva \u201cfulminato\u201d \u2013 si usava proprio questo verbo \u2013 dalla scomunica e veniva estromesso dalla comunit\u00e0. Quando invece era un\u2019intera comunit\u00e0 a porsi al di fuori delle regole, la punizione canonica prendeva il nome di interdetto. Il caso non era infrequente: anche Osimo, ad esempio, nel corso del Duecento fu colpita pi\u00f9 volte da tale provvedimento. Nel 1240, per aver aderito al partito imperiale ed essersi allontanata dall\u2019obbedienza papale, non soltanto la citt\u00e0 fu colpita da interdetto, ma fu perfino privata della sede episcopale, trasferita a Recanati. Nel periodo dell\u2019interdetto ogni citt\u00e0 veniva sottoposta a forti restrizioni: non si potevano celebrare le messe, n\u00e9 i sacramenti, con l\u2019eccezione del battesimo e dell\u2019eucarestia destinati ai morenti; non era inoltre concessa la sepoltura in terra consacrata. Ora, il testo di Niccol\u00f2 IV concede ai frati Minori di operare in un regime di mitigazione delle pene spirituali: durante il periodo dell\u2019interdizione, i frati sarebbero infatti stati autorizzati a confessare i peccati, a leggere l\u2019ufficio divino, a celebrare le messe, purch\u00e9 lo avessero fatto a porte chiuse, senza il suono della campana e con voce sommessa. Queste disposizioni offrono la preziosa opportunit\u00e0 di farci immergere in una citt\u00e0 lontana nel tempo, nella quale la gestualit\u00e0 e perfino il paesaggio sonoro erano modellati su un codice di valori spirituali condivisi.<\/p>\n","post_title":"pergamena 8","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena-8","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-18 09:54:47","post_modified_gmt":"2021-12-18 08:54:47","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34177","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":34175,"post_author":"2","post_date":"2021-12-18 09:52:29","post_date_gmt":"2021-12-18 08:52:29","post_content":"\n
Il testo riguarda una delicata questione politico-diplomatica che investe le sorti dell\u2019Italia. Il papa si avvale qui disinvoltamente delle armi spirituali per rivendicare il ruolo di arbitro in uno scontro di potere fra due contendenti. Il primo di questi \u00e8 Manfredi, il figlio naturale di Federico II che, dopo la morte del padre, era stato proclamato re di Sicilia contro il volere papale e poteva coordinare efficacemente le forze ghibelline nell\u2019Italia centrosettentrionale. Il testo dipinge questa figura a tinte fosche: Manfredi viene tacciato di \u201cdisumana perfidia\u201d e di molte mostruosit\u00e0 minuziosamente elencate: essere un \u201cvelenoso eretico\u201d, \u201cperseguitare i fedeli\u201d, turbare la pace, avere come fidi alleati quei saraceni, che suo padre aveva fatto radunare nella roccaforte di Lucera, nel nord della Puglia. Siamo di fronte a un ritratto esasperato, intonato a una retorica gi\u00e0 ampiamente sperimentata dal papato durante gli anni di Federico II: se quest\u2019ultimo era considerato negli ambienti curiali come l\u2019Anticristo, il testo che qui leggiamo \u00e8 pronto ad affermare che Manfredi \u201cpu\u00f2 perfino superare la crudelt\u00e0 paterna\u201d. Un ritratto antitetico \u00e8 quello che si delinea per il secondo contendente in causa, Carlo d\u2019Angi\u00f2, conte di Provenza e fratello del re di Francia Luigi IX. Carlo \u00e8 dipinto come uomo giusto, difensore della fede, pronto a obbedire agli inviti del papa. Clemente IV lo aveva investito nel febbraio 1265 del Regno di Sicilia, dopo lunghe negoziazioni: il 30 aprile aveva stipulato con lui un vero e proprio trattato, che fissava una lunga serie di clausole. Carlo avrebbe dovuto conquistare in armi il Regno di Sicilia con il favore della Chiesa, cosa che avvenne grazie all\u2019esito della celebre battaglia di Benevento, nel febbraio 1266, ove Carlo usc\u00ec vincitore e Manfredi perse la vita. La nostra lettera testimonia dunque i fervidi preparativi: cosa poteva fare di meglio il papa se non indire una vera e propria crociata contro l\u2019eretico Manfredi e accordare a coloro che avrebbero accolto l\u2019invito gli stessi benefici spirituali di chi partiva per combattere in Terrasanta? E a chi affidare la predicazione della crociata \u2013 che rappresentava un aspetto delicatissimo sul piano di quella che oggi chiamiamo \u2018comunicazione politica\u2019 - se non ai frati Minori, cos\u00ec versati nella predicazione alle folle urbane? Ma c\u2019\u00e8 di pi\u00f9: nel testo il papa accorda anche quaranta giorni di indulgenza a quei fedeli che si sarebbero recati ad ascoltare le prediche, anzi \u2013 come recita il dettato \u2013 che vi \u201ccorreranno con fervore\u201d.\u00a0<\/p>\n","post_title":"pergamena 7","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena-7","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-18 09:52:30","post_modified_gmt":"2021-12-18 08:52:30","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34175","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":34173,"post_author":"2","post_date":"2021-12-18 09:50:42","post_date_gmt":"2021-12-18 08:50:42","post_content":"\n
Questo testo costituisce una tappa di una vicenda storicamente tanto affascinante quanto complessa: quella delle stimmate di san Francesco. Francesco fu il primo santo della Chiesa cattolica al quale fu riconosciuto il dono delle stimmate. Su questo tema un\u2019autorevole studiosa, Chiara Frugoni, ha scritto un libro fondamentale (Francesco e l\u2019invenzione delle stimmate. Una storia per parole e immagini fino a Bonaventura e Giotto<\/em>, Einaudi, Torino 1993), ove indaga la costruzione dell\u2019immagine \u2018ufficiale\u2019 del santo dopo la sua morte. Quanto alle stimmate, Francesco non ne fece mai parola nei suoi scritti, e pure i primi racconti biografici forniscono dati piuttosto discordanti. Neppure la bolla di canonizzazione di papa Gregorio IX, risalente al luglio 1228, menziona affatto le stimmate. Soltanto pi\u00f9 tardi, nel 1237, lo stesso Gregorio volle renderne testimonianza ufficiale, dopo un\u2019accurata indagine. Il pontefice abbracci\u00f2 pertanto la convinzione che Francesco, secondo quanto si legge nel testo qui esposto, avrebbe portato nel suo corpo le ferite provocate dai chiodi sulle mani e sui piedi e la piaga di una ferita sul fianco, come Cristo nella Passione, nascondendole agli occhi degli uomini, dei quali rifuggiva la gloria. Per corroborarne la veridicit\u00e0, il papa afferm\u00f2 che delle stimmate aveva avuto notizia gi\u00e0 molti anni prima, quando era ancora cardinale e rivestiva il ruolo di protettore dell\u2019Ordine dei Minori. La questione delle stimmate di san Francesco appare pertanto complessa e ancora dibattuta sul piano storico-filologico.\u00a0<\/p>\n","post_title":"pergamena 6","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena-6","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-18 09:51:00","post_modified_gmt":"2021-12-18 08:51:00","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34173","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":34169,"post_author":"2","post_date":"2021-12-18 09:47:27","post_date_gmt":"2021-12-18 08:47:27","post_content":"\nIl papa istituisce nel testo una serie di relazioni fra autorit\u00e0 diverse fra loro. Il motivo \u00e8 la lotta contro l\u2019eresia, un obiettivo che il papato duecentesco persegu\u00ec strenuamente. Alla base di tutto risiede l\u2019attivit\u00e0 legislativa contro gli eretici promossa dell\u2019imperatore Federico II negli anni Venti e Trenta del Duecento. Tale normativa costitu\u00ec infatti una disciplina organica pienamente recepita dalla Chiesa. Potr\u00e0 sembrare paradossale, ma gli stessi papi che dichiararono Federico II reo, scomunicandolo pi\u00f9 volte, fino a dichiararlo deposto nel 1245, accolsero invece con favore le sue leggi contro gli eretici. Destinatari della lettera esposta sono gli inquisitori francescani, ai quali il papa aveva affidato, insieme ai frati Predicatori, l\u2019amministrazione del tribunale papale dell\u2019inquisizione, istituito appena qualche anno prima, nel 1235. A costoro il papa ingiunge di vigilare affinch\u00e9 le norme di Federico II contro gli eretici fossero inserite negli statuti delle citt\u00e0. Gli statuti rappresentavano il testo costituzionale del quale ogni citt\u00e0 comunale si dotava: nell\u2019Archivio storico comunale di Osimo si conserva il codice degli statuti risalente ai primi anni del Trecento. Nella lettera qui esposta il papa ricorda espressamente di aver gi\u00e0 rivolto alle magistrature comunali \u2013 il podest\u00e0 e le assemblee consiliari, che corrispondevano grosso modo al sindaco e al Consiglio comunale di oggi \u2013 l\u2019ordine di recepire la normativa antiereticale federiciana. Gli inquisitori francescani sono chiamati in causa per verificare che i magistrati cittadini abbiano assolto al loro dovere. Questa bolla non \u00e8 l\u2019unica testimonianza a tale proposito: sappiamo infatti che, nel corso del Duecento, almeno cinque pontefici richiesero l\u2019inserzione negli statuti della normativa emanata da Federico II.<\/p>\n","post_title":"pergamena 5","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena-5","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-18 09:47:28","post_modified_gmt":"2021-12-18 08:47:28","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34169","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":34167,"post_author":"2","post_date":"2021-12-18 09:46:06","post_date_gmt":"2021-12-18 08:46:06","post_content":"\n
Il testo di questa lettera non ha a che fare direttamente con le Marche, ma proietta la sua sfera d\u2019azione verso terre lontane. Attesta infatti una vocazione intensamente avvertita nel francescanesimo delle prime generazioni: lo slancio missionario. Francesco d\u2019Assisi, com\u2019\u00e8 noto, si era recato nel 1219 a Damietta per annunciare il Vangelo al sultano d'Egitto Malik al-Kamil. La missione era partita da Ancona: un bell\u2019affresco commemorativo, posto sulla controfacciata della Basilica di S. Giuseppe da Copertino, ritrae il Poverello d\u2019Assisi in procinto di salpare, accompagnato da una folla festante. L\u2019episodio del colloquio tra Francesco e il sultano d\u2019Egitto \u00e8 stato letto come una tappa fondamentale nel dialogo interreligioso, in un\u2019epoca in cui il movimento crociato fondava sull\u2019uso delle armi il rapporto con i popoli di fede musulmana. Quello stesso anelito verso la predicazione del Vangelo a uomini di culture, religioni e tradizioni diverse, fu ereditato dai seguaci di Francesco. Appena una generazione pi\u00f9 tardi, i Minori si erano spinti dal Vicino all\u2019Estremo Oriente, portando la Parola di Dio nel cuore della Cina: in questa vastissima area, la stabilizzazione dell\u2019impero mongolo aveva creato pi\u00f9 appetibili condizioni per i viaggiatori. Il frate umbro Giovanni da Pian del Carpine, dopo aver percorso pi\u00f9 di diecimila chilometri, giunse nel luglio 1246 al cospetto dell\u2019imperatore mongolo Guyuk: fu il primo occidentale a ritrovarsi faccia a faccia col sovrano pi\u00f9 temuto della terra, quindici anni prima dei fratelli Matteo e Niccol\u00f2 Polo. Frate Giovanni era partito da Lione nell\u2019aprile 1245 su mandato del papa, che, avvertendo come una minaccia l\u2019avanzata mongola verso l\u2019Europa orientale, intendeva imbastire con il Gran Khan rapporti diplomatici. Esattamente a questo momento si riferisce la lettera esposta: fu dettata a Lione nel marzo 1245, mentre si stava celebrando un solenne concilio. Ci\u00f2 che colpisce nel testo non \u00e8 solo il minuzioso disciplinamento canonico dell\u2019attivit\u00e0 missionaria, quanto anche il lunghissimo e variegato elenco dei popoli \u201cinfedeli\u201d e degli \u201ceretici\u201d d\u2019Oriente ai quali erano inviati i missionari francescani.<\/p>\n","post_title":"pergamena 4","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena-4","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-18 09:46:09","post_modified_gmt":"2021-12-18 08:46:09","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34167","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":34165,"post_author":"2","post_date":"2021-12-18 09:42:55","post_date_gmt":"2021-12-18 08:42:55","post_content":"\n
Secondo un celebre adagio, l\u2019abito non fa il monaco. Il testo di questa lettera dimostra l\u2019esatto contrario: nel medioevo l\u2019abito era per i religiosi un elemento che stava a indicare visibilmente l\u2019appartenenza a un Ordine. Monaci e frati sono due categorie ben distinte. I primi vivevano in abbazie e monasteri che si erano diffusi in tutta l\u2019Europa fin dall\u2019alto medioevo, quasi sempre lontano dalle citt\u00e0, e dotati di cospicui beni fondiari I frati invece rappresentano una vigorosa espressione delle nuove forme di religiosit\u00e0 sorte nel Duecento. Queste comunit\u00e0 si facevano portavoce di un ideale evangelico di povert\u00e0 che le spingeva a fondare il proprio sostentamento sulle elemosine dei fedeli anzich\u00e9 sulle rendite della terra, come facevano i monaci. Perci\u00f2 queste nuove famiglie religiose, anche se sottoposte canonicamente a diverse regole, presero complessivamente il nome di Ordini mendicanti. I due principali Ordini mendicanti furono quello dei Minori, seguaci di san Francesco di Assisi, e dei Predicatori, seguaci di san Domenico di Guzm\u00e1n. Nel corso del Duecento, accanto a questi, presero vita altre comunit\u00e0, dotate di un proprio carisma: i Carmelitani, i Servi di Maria, gli Eremitani di Sant\u2019Agostino (o Agostiniani). Fu la vivacit\u00e0 di tale slancio religioso a creare qualche confusione nell\u2019abito da indossare. I frati di ogni comunit\u00e0 dovevano essere immediatamente riconoscibili: Francescani e Domenicani lo erano, poich\u00e9 i primi indossavano un semplice saio di colore grezzo, cinto con una corda, simbolo di umilt\u00e0, mentre i secondi vestivano pi\u00f9 riccamente una tonaca bianca con sopra una cappa nera. Il problema della confusione poteva per\u00f2 insorgere con altri movimenti minori, che non avevano ancora ben decantato la loro \u2018divisa\u2019. La lettera che qui leggiamo \u00e8 un esempio tra le tante conservate nell\u2019Archivio dei Conventuali, con cui papa Gregorio IX ordina di far rispettare l\u2019uso di un abito di colore nero, con ampie maniche, ai religiosi Brettinesi, una comunit\u00e0 di ispirazione eremitica sorta pochi anni prima nel territorio di Fano e che qualche tempo dopo sarebbe confluita nell\u2019eterogeneo gruppo dei frati agostiniani. Il motivo per il quale i Minori volevano che il papa disciplinasse l\u2019abito dei Brettinesi \u00e8 chiaramente espresso nel testo: i fedeli non dovevano confondere questi ultimi religiosi con i francescani nel momento in cui avevano intenzione di fare elemosine. Dunque, anche l\u2019abito fa il frate!<\/p>\n","post_title":"pergamena 3","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena-3","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-18 09:43:19","post_modified_gmt":"2021-12-18 08:43:19","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34165","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":34142,"post_author":"2","post_date":"2021-12-17 13:09:36","post_date_gmt":"2021-12-17 12:09:36","post_content":"\n<\/video><\/figure>\n\n\n\nFrancesca Bartolacci<\/em> - UniMc<\/p>\n","post_title":"pergamena 2","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena2","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-18 11:51:24","post_modified_gmt":"2021-12-18 10:51:24","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34142","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"}],"next":false,"prev":false,"total_page":1},"paged":1,"column_class":"jeg_col_2o3","class":"epic_block_11"};
\n<\/video><\/figure>\n","post_title":"pergamena 9","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena-9","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-20 08:51:32","post_modified_gmt":"2021-12-20 07:51:32","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34179","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":34177,"post_author":"2","post_date":"2021-12-18 09:53:48","post_date_gmt":"2021-12-18 08:53:48","post_content":"\nIn questa lettera papa Niccol\u00f2 IV si rivolge al ministro generale e a tutti i frati Minori. Vale la pena ricordare che Niccol\u00f2 IV, originario di Ascoli, fu il primo papa a provenire dalle fila dell\u2019Ordine dei Minori. Il testo ha il pregio di gettare uno sguardo su alcuni aspetti della prassi canonica del XIII secolo. Quando un fedele abbracciava una dottrina o metteva in atto comportamenti al di fuori dell\u2019ortodossia cattolica, o ancora si macchiava di gravi peccati, veniva \u201cfulminato\u201d \u2013 si usava proprio questo verbo \u2013 dalla scomunica e veniva estromesso dalla comunit\u00e0. Quando invece era un\u2019intera comunit\u00e0 a porsi al di fuori delle regole, la punizione canonica prendeva il nome di interdetto. Il caso non era infrequente: anche Osimo, ad esempio, nel corso del Duecento fu colpita pi\u00f9 volte da tale provvedimento. Nel 1240, per aver aderito al partito imperiale ed essersi allontanata dall\u2019obbedienza papale, non soltanto la citt\u00e0 fu colpita da interdetto, ma fu perfino privata della sede episcopale, trasferita a Recanati. Nel periodo dell\u2019interdetto ogni citt\u00e0 veniva sottoposta a forti restrizioni: non si potevano celebrare le messe, n\u00e9 i sacramenti, con l\u2019eccezione del battesimo e dell\u2019eucarestia destinati ai morenti; non era inoltre concessa la sepoltura in terra consacrata. Ora, il testo di Niccol\u00f2 IV concede ai frati Minori di operare in un regime di mitigazione delle pene spirituali: durante il periodo dell\u2019interdizione, i frati sarebbero infatti stati autorizzati a confessare i peccati, a leggere l\u2019ufficio divino, a celebrare le messe, purch\u00e9 lo avessero fatto a porte chiuse, senza il suono della campana e con voce sommessa. Queste disposizioni offrono la preziosa opportunit\u00e0 di farci immergere in una citt\u00e0 lontana nel tempo, nella quale la gestualit\u00e0 e perfino il paesaggio sonoro erano modellati su un codice di valori spirituali condivisi.<\/p>\n","post_title":"pergamena 8","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena-8","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-18 09:54:47","post_modified_gmt":"2021-12-18 08:54:47","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34177","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":34175,"post_author":"2","post_date":"2021-12-18 09:52:29","post_date_gmt":"2021-12-18 08:52:29","post_content":"\n
Il testo riguarda una delicata questione politico-diplomatica che investe le sorti dell\u2019Italia. Il papa si avvale qui disinvoltamente delle armi spirituali per rivendicare il ruolo di arbitro in uno scontro di potere fra due contendenti. Il primo di questi \u00e8 Manfredi, il figlio naturale di Federico II che, dopo la morte del padre, era stato proclamato re di Sicilia contro il volere papale e poteva coordinare efficacemente le forze ghibelline nell\u2019Italia centrosettentrionale. Il testo dipinge questa figura a tinte fosche: Manfredi viene tacciato di \u201cdisumana perfidia\u201d e di molte mostruosit\u00e0 minuziosamente elencate: essere un \u201cvelenoso eretico\u201d, \u201cperseguitare i fedeli\u201d, turbare la pace, avere come fidi alleati quei saraceni, che suo padre aveva fatto radunare nella roccaforte di Lucera, nel nord della Puglia. Siamo di fronte a un ritratto esasperato, intonato a una retorica gi\u00e0 ampiamente sperimentata dal papato durante gli anni di Federico II: se quest\u2019ultimo era considerato negli ambienti curiali come l\u2019Anticristo, il testo che qui leggiamo \u00e8 pronto ad affermare che Manfredi \u201cpu\u00f2 perfino superare la crudelt\u00e0 paterna\u201d. Un ritratto antitetico \u00e8 quello che si delinea per il secondo contendente in causa, Carlo d\u2019Angi\u00f2, conte di Provenza e fratello del re di Francia Luigi IX. Carlo \u00e8 dipinto come uomo giusto, difensore della fede, pronto a obbedire agli inviti del papa. Clemente IV lo aveva investito nel febbraio 1265 del Regno di Sicilia, dopo lunghe negoziazioni: il 30 aprile aveva stipulato con lui un vero e proprio trattato, che fissava una lunga serie di clausole. Carlo avrebbe dovuto conquistare in armi il Regno di Sicilia con il favore della Chiesa, cosa che avvenne grazie all\u2019esito della celebre battaglia di Benevento, nel febbraio 1266, ove Carlo usc\u00ec vincitore e Manfredi perse la vita. La nostra lettera testimonia dunque i fervidi preparativi: cosa poteva fare di meglio il papa se non indire una vera e propria crociata contro l\u2019eretico Manfredi e accordare a coloro che avrebbero accolto l\u2019invito gli stessi benefici spirituali di chi partiva per combattere in Terrasanta? E a chi affidare la predicazione della crociata \u2013 che rappresentava un aspetto delicatissimo sul piano di quella che oggi chiamiamo \u2018comunicazione politica\u2019 - se non ai frati Minori, cos\u00ec versati nella predicazione alle folle urbane? Ma c\u2019\u00e8 di pi\u00f9: nel testo il papa accorda anche quaranta giorni di indulgenza a quei fedeli che si sarebbero recati ad ascoltare le prediche, anzi \u2013 come recita il dettato \u2013 che vi \u201ccorreranno con fervore\u201d.\u00a0<\/p>\n","post_title":"pergamena 7","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena-7","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-18 09:52:30","post_modified_gmt":"2021-12-18 08:52:30","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34175","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":34173,"post_author":"2","post_date":"2021-12-18 09:50:42","post_date_gmt":"2021-12-18 08:50:42","post_content":"\n
Questo testo costituisce una tappa di una vicenda storicamente tanto affascinante quanto complessa: quella delle stimmate di san Francesco. Francesco fu il primo santo della Chiesa cattolica al quale fu riconosciuto il dono delle stimmate. Su questo tema un\u2019autorevole studiosa, Chiara Frugoni, ha scritto un libro fondamentale (Francesco e l\u2019invenzione delle stimmate. Una storia per parole e immagini fino a Bonaventura e Giotto<\/em>, Einaudi, Torino 1993), ove indaga la costruzione dell\u2019immagine \u2018ufficiale\u2019 del santo dopo la sua morte. Quanto alle stimmate, Francesco non ne fece mai parola nei suoi scritti, e pure i primi racconti biografici forniscono dati piuttosto discordanti. Neppure la bolla di canonizzazione di papa Gregorio IX, risalente al luglio 1228, menziona affatto le stimmate. Soltanto pi\u00f9 tardi, nel 1237, lo stesso Gregorio volle renderne testimonianza ufficiale, dopo un\u2019accurata indagine. Il pontefice abbracci\u00f2 pertanto la convinzione che Francesco, secondo quanto si legge nel testo qui esposto, avrebbe portato nel suo corpo le ferite provocate dai chiodi sulle mani e sui piedi e la piaga di una ferita sul fianco, come Cristo nella Passione, nascondendole agli occhi degli uomini, dei quali rifuggiva la gloria. Per corroborarne la veridicit\u00e0, il papa afferm\u00f2 che delle stimmate aveva avuto notizia gi\u00e0 molti anni prima, quando era ancora cardinale e rivestiva il ruolo di protettore dell\u2019Ordine dei Minori. La questione delle stimmate di san Francesco appare pertanto complessa e ancora dibattuta sul piano storico-filologico.\u00a0<\/p>\n","post_title":"pergamena 6","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena-6","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-18 09:51:00","post_modified_gmt":"2021-12-18 08:51:00","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34173","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":34169,"post_author":"2","post_date":"2021-12-18 09:47:27","post_date_gmt":"2021-12-18 08:47:27","post_content":"\nIl papa istituisce nel testo una serie di relazioni fra autorit\u00e0 diverse fra loro. Il motivo \u00e8 la lotta contro l\u2019eresia, un obiettivo che il papato duecentesco persegu\u00ec strenuamente. Alla base di tutto risiede l\u2019attivit\u00e0 legislativa contro gli eretici promossa dell\u2019imperatore Federico II negli anni Venti e Trenta del Duecento. Tale normativa costitu\u00ec infatti una disciplina organica pienamente recepita dalla Chiesa. Potr\u00e0 sembrare paradossale, ma gli stessi papi che dichiararono Federico II reo, scomunicandolo pi\u00f9 volte, fino a dichiararlo deposto nel 1245, accolsero invece con favore le sue leggi contro gli eretici. Destinatari della lettera esposta sono gli inquisitori francescani, ai quali il papa aveva affidato, insieme ai frati Predicatori, l\u2019amministrazione del tribunale papale dell\u2019inquisizione, istituito appena qualche anno prima, nel 1235. A costoro il papa ingiunge di vigilare affinch\u00e9 le norme di Federico II contro gli eretici fossero inserite negli statuti delle citt\u00e0. Gli statuti rappresentavano il testo costituzionale del quale ogni citt\u00e0 comunale si dotava: nell\u2019Archivio storico comunale di Osimo si conserva il codice degli statuti risalente ai primi anni del Trecento. Nella lettera qui esposta il papa ricorda espressamente di aver gi\u00e0 rivolto alle magistrature comunali \u2013 il podest\u00e0 e le assemblee consiliari, che corrispondevano grosso modo al sindaco e al Consiglio comunale di oggi \u2013 l\u2019ordine di recepire la normativa antiereticale federiciana. Gli inquisitori francescani sono chiamati in causa per verificare che i magistrati cittadini abbiano assolto al loro dovere. Questa bolla non \u00e8 l\u2019unica testimonianza a tale proposito: sappiamo infatti che, nel corso del Duecento, almeno cinque pontefici richiesero l\u2019inserzione negli statuti della normativa emanata da Federico II.<\/p>\n","post_title":"pergamena 5","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena-5","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-18 09:47:28","post_modified_gmt":"2021-12-18 08:47:28","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34169","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":34167,"post_author":"2","post_date":"2021-12-18 09:46:06","post_date_gmt":"2021-12-18 08:46:06","post_content":"\n
Il testo di questa lettera non ha a che fare direttamente con le Marche, ma proietta la sua sfera d\u2019azione verso terre lontane. Attesta infatti una vocazione intensamente avvertita nel francescanesimo delle prime generazioni: lo slancio missionario. Francesco d\u2019Assisi, com\u2019\u00e8 noto, si era recato nel 1219 a Damietta per annunciare il Vangelo al sultano d'Egitto Malik al-Kamil. La missione era partita da Ancona: un bell\u2019affresco commemorativo, posto sulla controfacciata della Basilica di S. Giuseppe da Copertino, ritrae il Poverello d\u2019Assisi in procinto di salpare, accompagnato da una folla festante. L\u2019episodio del colloquio tra Francesco e il sultano d\u2019Egitto \u00e8 stato letto come una tappa fondamentale nel dialogo interreligioso, in un\u2019epoca in cui il movimento crociato fondava sull\u2019uso delle armi il rapporto con i popoli di fede musulmana. Quello stesso anelito verso la predicazione del Vangelo a uomini di culture, religioni e tradizioni diverse, fu ereditato dai seguaci di Francesco. Appena una generazione pi\u00f9 tardi, i Minori si erano spinti dal Vicino all\u2019Estremo Oriente, portando la Parola di Dio nel cuore della Cina: in questa vastissima area, la stabilizzazione dell\u2019impero mongolo aveva creato pi\u00f9 appetibili condizioni per i viaggiatori. Il frate umbro Giovanni da Pian del Carpine, dopo aver percorso pi\u00f9 di diecimila chilometri, giunse nel luglio 1246 al cospetto dell\u2019imperatore mongolo Guyuk: fu il primo occidentale a ritrovarsi faccia a faccia col sovrano pi\u00f9 temuto della terra, quindici anni prima dei fratelli Matteo e Niccol\u00f2 Polo. Frate Giovanni era partito da Lione nell\u2019aprile 1245 su mandato del papa, che, avvertendo come una minaccia l\u2019avanzata mongola verso l\u2019Europa orientale, intendeva imbastire con il Gran Khan rapporti diplomatici. Esattamente a questo momento si riferisce la lettera esposta: fu dettata a Lione nel marzo 1245, mentre si stava celebrando un solenne concilio. Ci\u00f2 che colpisce nel testo non \u00e8 solo il minuzioso disciplinamento canonico dell\u2019attivit\u00e0 missionaria, quanto anche il lunghissimo e variegato elenco dei popoli \u201cinfedeli\u201d e degli \u201ceretici\u201d d\u2019Oriente ai quali erano inviati i missionari francescani.<\/p>\n","post_title":"pergamena 4","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena-4","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-18 09:46:09","post_modified_gmt":"2021-12-18 08:46:09","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34167","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":34165,"post_author":"2","post_date":"2021-12-18 09:42:55","post_date_gmt":"2021-12-18 08:42:55","post_content":"\n
Secondo un celebre adagio, l\u2019abito non fa il monaco. Il testo di questa lettera dimostra l\u2019esatto contrario: nel medioevo l\u2019abito era per i religiosi un elemento che stava a indicare visibilmente l\u2019appartenenza a un Ordine. Monaci e frati sono due categorie ben distinte. I primi vivevano in abbazie e monasteri che si erano diffusi in tutta l\u2019Europa fin dall\u2019alto medioevo, quasi sempre lontano dalle citt\u00e0, e dotati di cospicui beni fondiari I frati invece rappresentano una vigorosa espressione delle nuove forme di religiosit\u00e0 sorte nel Duecento. Queste comunit\u00e0 si facevano portavoce di un ideale evangelico di povert\u00e0 che le spingeva a fondare il proprio sostentamento sulle elemosine dei fedeli anzich\u00e9 sulle rendite della terra, come facevano i monaci. Perci\u00f2 queste nuove famiglie religiose, anche se sottoposte canonicamente a diverse regole, presero complessivamente il nome di Ordini mendicanti. I due principali Ordini mendicanti furono quello dei Minori, seguaci di san Francesco di Assisi, e dei Predicatori, seguaci di san Domenico di Guzm\u00e1n. Nel corso del Duecento, accanto a questi, presero vita altre comunit\u00e0, dotate di un proprio carisma: i Carmelitani, i Servi di Maria, gli Eremitani di Sant\u2019Agostino (o Agostiniani). Fu la vivacit\u00e0 di tale slancio religioso a creare qualche confusione nell\u2019abito da indossare. I frati di ogni comunit\u00e0 dovevano essere immediatamente riconoscibili: Francescani e Domenicani lo erano, poich\u00e9 i primi indossavano un semplice saio di colore grezzo, cinto con una corda, simbolo di umilt\u00e0, mentre i secondi vestivano pi\u00f9 riccamente una tonaca bianca con sopra una cappa nera. Il problema della confusione poteva per\u00f2 insorgere con altri movimenti minori, che non avevano ancora ben decantato la loro \u2018divisa\u2019. La lettera che qui leggiamo \u00e8 un esempio tra le tante conservate nell\u2019Archivio dei Conventuali, con cui papa Gregorio IX ordina di far rispettare l\u2019uso di un abito di colore nero, con ampie maniche, ai religiosi Brettinesi, una comunit\u00e0 di ispirazione eremitica sorta pochi anni prima nel territorio di Fano e che qualche tempo dopo sarebbe confluita nell\u2019eterogeneo gruppo dei frati agostiniani. Il motivo per il quale i Minori volevano che il papa disciplinasse l\u2019abito dei Brettinesi \u00e8 chiaramente espresso nel testo: i fedeli non dovevano confondere questi ultimi religiosi con i francescani nel momento in cui avevano intenzione di fare elemosine. Dunque, anche l\u2019abito fa il frate!<\/p>\n","post_title":"pergamena 3","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena-3","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-18 09:43:19","post_modified_gmt":"2021-12-18 08:43:19","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34165","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":34142,"post_author":"2","post_date":"2021-12-17 13:09:36","post_date_gmt":"2021-12-17 12:09:36","post_content":"\n<\/video><\/figure>\n\n\n\nFrancesca Bartolacci<\/em> - UniMc<\/p>\n","post_title":"pergamena 2","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena2","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-18 11:51:24","post_modified_gmt":"2021-12-18 10:51:24","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34142","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"}],"next":false,"prev":false,"total_page":1},"paged":1,"column_class":"jeg_col_2o3","class":"epic_block_11"};
\nFrancesco Pirani<\/em> - UniMc<\/p>\n\n\n\n<\/video><\/figure>\n","post_title":"pergamena 9","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena-9","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-20 08:51:32","post_modified_gmt":"2021-12-20 07:51:32","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34179","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":34177,"post_author":"2","post_date":"2021-12-18 09:53:48","post_date_gmt":"2021-12-18 08:53:48","post_content":"\nIn questa lettera papa Niccol\u00f2 IV si rivolge al ministro generale e a tutti i frati Minori. Vale la pena ricordare che Niccol\u00f2 IV, originario di Ascoli, fu il primo papa a provenire dalle fila dell\u2019Ordine dei Minori. Il testo ha il pregio di gettare uno sguardo su alcuni aspetti della prassi canonica del XIII secolo. Quando un fedele abbracciava una dottrina o metteva in atto comportamenti al di fuori dell\u2019ortodossia cattolica, o ancora si macchiava di gravi peccati, veniva \u201cfulminato\u201d \u2013 si usava proprio questo verbo \u2013 dalla scomunica e veniva estromesso dalla comunit\u00e0. Quando invece era un\u2019intera comunit\u00e0 a porsi al di fuori delle regole, la punizione canonica prendeva il nome di interdetto. Il caso non era infrequente: anche Osimo, ad esempio, nel corso del Duecento fu colpita pi\u00f9 volte da tale provvedimento. Nel 1240, per aver aderito al partito imperiale ed essersi allontanata dall\u2019obbedienza papale, non soltanto la citt\u00e0 fu colpita da interdetto, ma fu perfino privata della sede episcopale, trasferita a Recanati. Nel periodo dell\u2019interdetto ogni citt\u00e0 veniva sottoposta a forti restrizioni: non si potevano celebrare le messe, n\u00e9 i sacramenti, con l\u2019eccezione del battesimo e dell\u2019eucarestia destinati ai morenti; non era inoltre concessa la sepoltura in terra consacrata. Ora, il testo di Niccol\u00f2 IV concede ai frati Minori di operare in un regime di mitigazione delle pene spirituali: durante il periodo dell\u2019interdizione, i frati sarebbero infatti stati autorizzati a confessare i peccati, a leggere l\u2019ufficio divino, a celebrare le messe, purch\u00e9 lo avessero fatto a porte chiuse, senza il suono della campana e con voce sommessa. Queste disposizioni offrono la preziosa opportunit\u00e0 di farci immergere in una citt\u00e0 lontana nel tempo, nella quale la gestualit\u00e0 e perfino il paesaggio sonoro erano modellati su un codice di valori spirituali condivisi.<\/p>\n","post_title":"pergamena 8","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena-8","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-18 09:54:47","post_modified_gmt":"2021-12-18 08:54:47","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34177","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":34175,"post_author":"2","post_date":"2021-12-18 09:52:29","post_date_gmt":"2021-12-18 08:52:29","post_content":"\n
Il testo riguarda una delicata questione politico-diplomatica che investe le sorti dell\u2019Italia. Il papa si avvale qui disinvoltamente delle armi spirituali per rivendicare il ruolo di arbitro in uno scontro di potere fra due contendenti. Il primo di questi \u00e8 Manfredi, il figlio naturale di Federico II che, dopo la morte del padre, era stato proclamato re di Sicilia contro il volere papale e poteva coordinare efficacemente le forze ghibelline nell\u2019Italia centrosettentrionale. Il testo dipinge questa figura a tinte fosche: Manfredi viene tacciato di \u201cdisumana perfidia\u201d e di molte mostruosit\u00e0 minuziosamente elencate: essere un \u201cvelenoso eretico\u201d, \u201cperseguitare i fedeli\u201d, turbare la pace, avere come fidi alleati quei saraceni, che suo padre aveva fatto radunare nella roccaforte di Lucera, nel nord della Puglia. Siamo di fronte a un ritratto esasperato, intonato a una retorica gi\u00e0 ampiamente sperimentata dal papato durante gli anni di Federico II: se quest\u2019ultimo era considerato negli ambienti curiali come l\u2019Anticristo, il testo che qui leggiamo \u00e8 pronto ad affermare che Manfredi \u201cpu\u00f2 perfino superare la crudelt\u00e0 paterna\u201d. Un ritratto antitetico \u00e8 quello che si delinea per il secondo contendente in causa, Carlo d\u2019Angi\u00f2, conte di Provenza e fratello del re di Francia Luigi IX. Carlo \u00e8 dipinto come uomo giusto, difensore della fede, pronto a obbedire agli inviti del papa. Clemente IV lo aveva investito nel febbraio 1265 del Regno di Sicilia, dopo lunghe negoziazioni: il 30 aprile aveva stipulato con lui un vero e proprio trattato, che fissava una lunga serie di clausole. Carlo avrebbe dovuto conquistare in armi il Regno di Sicilia con il favore della Chiesa, cosa che avvenne grazie all\u2019esito della celebre battaglia di Benevento, nel febbraio 1266, ove Carlo usc\u00ec vincitore e Manfredi perse la vita. La nostra lettera testimonia dunque i fervidi preparativi: cosa poteva fare di meglio il papa se non indire una vera e propria crociata contro l\u2019eretico Manfredi e accordare a coloro che avrebbero accolto l\u2019invito gli stessi benefici spirituali di chi partiva per combattere in Terrasanta? E a chi affidare la predicazione della crociata \u2013 che rappresentava un aspetto delicatissimo sul piano di quella che oggi chiamiamo \u2018comunicazione politica\u2019 - se non ai frati Minori, cos\u00ec versati nella predicazione alle folle urbane? Ma c\u2019\u00e8 di pi\u00f9: nel testo il papa accorda anche quaranta giorni di indulgenza a quei fedeli che si sarebbero recati ad ascoltare le prediche, anzi \u2013 come recita il dettato \u2013 che vi \u201ccorreranno con fervore\u201d.\u00a0<\/p>\n","post_title":"pergamena 7","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena-7","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-18 09:52:30","post_modified_gmt":"2021-12-18 08:52:30","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34175","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":34173,"post_author":"2","post_date":"2021-12-18 09:50:42","post_date_gmt":"2021-12-18 08:50:42","post_content":"\n
Questo testo costituisce una tappa di una vicenda storicamente tanto affascinante quanto complessa: quella delle stimmate di san Francesco. Francesco fu il primo santo della Chiesa cattolica al quale fu riconosciuto il dono delle stimmate. Su questo tema un\u2019autorevole studiosa, Chiara Frugoni, ha scritto un libro fondamentale (Francesco e l\u2019invenzione delle stimmate. Una storia per parole e immagini fino a Bonaventura e Giotto<\/em>, Einaudi, Torino 1993), ove indaga la costruzione dell\u2019immagine \u2018ufficiale\u2019 del santo dopo la sua morte. Quanto alle stimmate, Francesco non ne fece mai parola nei suoi scritti, e pure i primi racconti biografici forniscono dati piuttosto discordanti. Neppure la bolla di canonizzazione di papa Gregorio IX, risalente al luglio 1228, menziona affatto le stimmate. Soltanto pi\u00f9 tardi, nel 1237, lo stesso Gregorio volle renderne testimonianza ufficiale, dopo un\u2019accurata indagine. Il pontefice abbracci\u00f2 pertanto la convinzione che Francesco, secondo quanto si legge nel testo qui esposto, avrebbe portato nel suo corpo le ferite provocate dai chiodi sulle mani e sui piedi e la piaga di una ferita sul fianco, come Cristo nella Passione, nascondendole agli occhi degli uomini, dei quali rifuggiva la gloria. Per corroborarne la veridicit\u00e0, il papa afferm\u00f2 che delle stimmate aveva avuto notizia gi\u00e0 molti anni prima, quando era ancora cardinale e rivestiva il ruolo di protettore dell\u2019Ordine dei Minori. La questione delle stimmate di san Francesco appare pertanto complessa e ancora dibattuta sul piano storico-filologico.\u00a0<\/p>\n","post_title":"pergamena 6","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena-6","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-18 09:51:00","post_modified_gmt":"2021-12-18 08:51:00","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34173","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":34169,"post_author":"2","post_date":"2021-12-18 09:47:27","post_date_gmt":"2021-12-18 08:47:27","post_content":"\nIl papa istituisce nel testo una serie di relazioni fra autorit\u00e0 diverse fra loro. Il motivo \u00e8 la lotta contro l\u2019eresia, un obiettivo che il papato duecentesco persegu\u00ec strenuamente. Alla base di tutto risiede l\u2019attivit\u00e0 legislativa contro gli eretici promossa dell\u2019imperatore Federico II negli anni Venti e Trenta del Duecento. Tale normativa costitu\u00ec infatti una disciplina organica pienamente recepita dalla Chiesa. Potr\u00e0 sembrare paradossale, ma gli stessi papi che dichiararono Federico II reo, scomunicandolo pi\u00f9 volte, fino a dichiararlo deposto nel 1245, accolsero invece con favore le sue leggi contro gli eretici. Destinatari della lettera esposta sono gli inquisitori francescani, ai quali il papa aveva affidato, insieme ai frati Predicatori, l\u2019amministrazione del tribunale papale dell\u2019inquisizione, istituito appena qualche anno prima, nel 1235. A costoro il papa ingiunge di vigilare affinch\u00e9 le norme di Federico II contro gli eretici fossero inserite negli statuti delle citt\u00e0. Gli statuti rappresentavano il testo costituzionale del quale ogni citt\u00e0 comunale si dotava: nell\u2019Archivio storico comunale di Osimo si conserva il codice degli statuti risalente ai primi anni del Trecento. Nella lettera qui esposta il papa ricorda espressamente di aver gi\u00e0 rivolto alle magistrature comunali \u2013 il podest\u00e0 e le assemblee consiliari, che corrispondevano grosso modo al sindaco e al Consiglio comunale di oggi \u2013 l\u2019ordine di recepire la normativa antiereticale federiciana. Gli inquisitori francescani sono chiamati in causa per verificare che i magistrati cittadini abbiano assolto al loro dovere. Questa bolla non \u00e8 l\u2019unica testimonianza a tale proposito: sappiamo infatti che, nel corso del Duecento, almeno cinque pontefici richiesero l\u2019inserzione negli statuti della normativa emanata da Federico II.<\/p>\n","post_title":"pergamena 5","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena-5","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-18 09:47:28","post_modified_gmt":"2021-12-18 08:47:28","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34169","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":34167,"post_author":"2","post_date":"2021-12-18 09:46:06","post_date_gmt":"2021-12-18 08:46:06","post_content":"\n
Il testo di questa lettera non ha a che fare direttamente con le Marche, ma proietta la sua sfera d\u2019azione verso terre lontane. Attesta infatti una vocazione intensamente avvertita nel francescanesimo delle prime generazioni: lo slancio missionario. Francesco d\u2019Assisi, com\u2019\u00e8 noto, si era recato nel 1219 a Damietta per annunciare il Vangelo al sultano d'Egitto Malik al-Kamil. La missione era partita da Ancona: un bell\u2019affresco commemorativo, posto sulla controfacciata della Basilica di S. Giuseppe da Copertino, ritrae il Poverello d\u2019Assisi in procinto di salpare, accompagnato da una folla festante. L\u2019episodio del colloquio tra Francesco e il sultano d\u2019Egitto \u00e8 stato letto come una tappa fondamentale nel dialogo interreligioso, in un\u2019epoca in cui il movimento crociato fondava sull\u2019uso delle armi il rapporto con i popoli di fede musulmana. Quello stesso anelito verso la predicazione del Vangelo a uomini di culture, religioni e tradizioni diverse, fu ereditato dai seguaci di Francesco. Appena una generazione pi\u00f9 tardi, i Minori si erano spinti dal Vicino all\u2019Estremo Oriente, portando la Parola di Dio nel cuore della Cina: in questa vastissima area, la stabilizzazione dell\u2019impero mongolo aveva creato pi\u00f9 appetibili condizioni per i viaggiatori. Il frate umbro Giovanni da Pian del Carpine, dopo aver percorso pi\u00f9 di diecimila chilometri, giunse nel luglio 1246 al cospetto dell\u2019imperatore mongolo Guyuk: fu il primo occidentale a ritrovarsi faccia a faccia col sovrano pi\u00f9 temuto della terra, quindici anni prima dei fratelli Matteo e Niccol\u00f2 Polo. Frate Giovanni era partito da Lione nell\u2019aprile 1245 su mandato del papa, che, avvertendo come una minaccia l\u2019avanzata mongola verso l\u2019Europa orientale, intendeva imbastire con il Gran Khan rapporti diplomatici. Esattamente a questo momento si riferisce la lettera esposta: fu dettata a Lione nel marzo 1245, mentre si stava celebrando un solenne concilio. Ci\u00f2 che colpisce nel testo non \u00e8 solo il minuzioso disciplinamento canonico dell\u2019attivit\u00e0 missionaria, quanto anche il lunghissimo e variegato elenco dei popoli \u201cinfedeli\u201d e degli \u201ceretici\u201d d\u2019Oriente ai quali erano inviati i missionari francescani.<\/p>\n","post_title":"pergamena 4","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena-4","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-18 09:46:09","post_modified_gmt":"2021-12-18 08:46:09","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34167","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":34165,"post_author":"2","post_date":"2021-12-18 09:42:55","post_date_gmt":"2021-12-18 08:42:55","post_content":"\n
Secondo un celebre adagio, l\u2019abito non fa il monaco. Il testo di questa lettera dimostra l\u2019esatto contrario: nel medioevo l\u2019abito era per i religiosi un elemento che stava a indicare visibilmente l\u2019appartenenza a un Ordine. Monaci e frati sono due categorie ben distinte. I primi vivevano in abbazie e monasteri che si erano diffusi in tutta l\u2019Europa fin dall\u2019alto medioevo, quasi sempre lontano dalle citt\u00e0, e dotati di cospicui beni fondiari I frati invece rappresentano una vigorosa espressione delle nuove forme di religiosit\u00e0 sorte nel Duecento. Queste comunit\u00e0 si facevano portavoce di un ideale evangelico di povert\u00e0 che le spingeva a fondare il proprio sostentamento sulle elemosine dei fedeli anzich\u00e9 sulle rendite della terra, come facevano i monaci. Perci\u00f2 queste nuove famiglie religiose, anche se sottoposte canonicamente a diverse regole, presero complessivamente il nome di Ordini mendicanti. I due principali Ordini mendicanti furono quello dei Minori, seguaci di san Francesco di Assisi, e dei Predicatori, seguaci di san Domenico di Guzm\u00e1n. Nel corso del Duecento, accanto a questi, presero vita altre comunit\u00e0, dotate di un proprio carisma: i Carmelitani, i Servi di Maria, gli Eremitani di Sant\u2019Agostino (o Agostiniani). Fu la vivacit\u00e0 di tale slancio religioso a creare qualche confusione nell\u2019abito da indossare. I frati di ogni comunit\u00e0 dovevano essere immediatamente riconoscibili: Francescani e Domenicani lo erano, poich\u00e9 i primi indossavano un semplice saio di colore grezzo, cinto con una corda, simbolo di umilt\u00e0, mentre i secondi vestivano pi\u00f9 riccamente una tonaca bianca con sopra una cappa nera. Il problema della confusione poteva per\u00f2 insorgere con altri movimenti minori, che non avevano ancora ben decantato la loro \u2018divisa\u2019. La lettera che qui leggiamo \u00e8 un esempio tra le tante conservate nell\u2019Archivio dei Conventuali, con cui papa Gregorio IX ordina di far rispettare l\u2019uso di un abito di colore nero, con ampie maniche, ai religiosi Brettinesi, una comunit\u00e0 di ispirazione eremitica sorta pochi anni prima nel territorio di Fano e che qualche tempo dopo sarebbe confluita nell\u2019eterogeneo gruppo dei frati agostiniani. Il motivo per il quale i Minori volevano che il papa disciplinasse l\u2019abito dei Brettinesi \u00e8 chiaramente espresso nel testo: i fedeli non dovevano confondere questi ultimi religiosi con i francescani nel momento in cui avevano intenzione di fare elemosine. Dunque, anche l\u2019abito fa il frate!<\/p>\n","post_title":"pergamena 3","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena-3","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-18 09:43:19","post_modified_gmt":"2021-12-18 08:43:19","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34165","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":34142,"post_author":"2","post_date":"2021-12-17 13:09:36","post_date_gmt":"2021-12-17 12:09:36","post_content":"\n<\/video><\/figure>\n\n\n\nFrancesca Bartolacci<\/em> - UniMc<\/p>\n","post_title":"pergamena 2","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena2","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-18 11:51:24","post_modified_gmt":"2021-12-18 10:51:24","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34142","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"}],"next":false,"prev":false,"total_page":1},"paged":1,"column_class":"jeg_col_2o3","class":"epic_block_11"};
\nIl testo si riferisce a un caso specifico, quello di Ascoli, ma assume una valenza pi\u00f9 generale. Il tema \u00e8 quello dell\u2019insediamento urbano dei frati Minori e degli altri Ordini mendicanti, citati nel testo: i Predicatori, ossia i seguaci di san Domenico, gli Agostiniani, i Carmelitani e altri ancora. Entro la met\u00e0 del Duecento questi Ordini avevano sviluppato una chiara vocazione urbana: lo spazio sociale per la loro missione pastorale e per la loro vita comunitaria non poteva essere che quello della citt\u00e0. Nonostante il sostegno papale e l\u2019operoso dialogo costruito con le comunit\u00e0 urbane, non manc\u00f2 l\u2019insorgere di dispute legali sulle rispettive competenze territoriali. Le citt\u00e0 erano infatti gi\u00e0 ripartire in parrocchie, affidate al clero secolare e l\u2019inserimento dei nuovi Ordini \u2013 che esercitavano parimenti la cura d\u2019anime, ossia celebravano i sacramenti e godevano dunque di tutti gli introiti in denaro connessi con l\u2019amministrazione del culto \u2013 provoc\u00f2 una serie di conflitti, che quasi sempre erano i vescovi a dirimere. Il papato prefer\u00ec intervenire fissando una regola \u2018urbanistica\u2019 di carattere generale: in una disposizione emanata nel novembre 1265 \u2013 espressamente citata in questo testo come riferimento normativo \u2013 papa Clemente IV aveva fissato in 300 canne (circa 600 metri) la distanza minima tra due conventi mendicanti, senza che fossero ammesse eccezioni. \u00c8 stato notato dagli storici dell\u2019urbanistica che, all\u2019interno del costruito di molte citt\u00e0, questa norma diede luogo a una disposizione geometrica delle chiese e dei conventi mendicanti ai vertici di un triangolo, il cui baricentro corrispondeva spesso con l\u2019edificio pi\u00f9 rappresentativo (la chiesa cattedrale o il palazzo comunale). Tuttavia, una norma cos\u00ec rigida, forse immaginata per centri medio-grandi, non poteva adattarsi a una pluralit\u00e0 di situazioni locali. Cos\u00ec, nella lettera qui esposta papa Bonifacio VIII, per sanare una situazione gi\u00e0 operante e per limitare \u2013 come recita il testo \u2013 \u201cla materia dei litigi\u201d, decise di ridurre per Ascoli la misura di oltre la met\u00e0, limitandola a 140 canne. Questa eccezione sarebbe stata presto seguita da numerose altre.<\/p>\n","post_title":"pergamena 10","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena-10","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-20 08:52:09","post_modified_gmt":"2021-12-20 07:52:09","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34181","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":34179,"post_author":"2","post_date":"2021-12-18 09:56:46","post_date_gmt":"2021-12-18 08:56:46","post_content":"\n
Francesco Pirani<\/em> - UniMc<\/p>\n\n\n\n<\/video><\/figure>\n","post_title":"pergamena 9","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena-9","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-20 08:51:32","post_modified_gmt":"2021-12-20 07:51:32","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34179","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":34177,"post_author":"2","post_date":"2021-12-18 09:53:48","post_date_gmt":"2021-12-18 08:53:48","post_content":"\nIn questa lettera papa Niccol\u00f2 IV si rivolge al ministro generale e a tutti i frati Minori. Vale la pena ricordare che Niccol\u00f2 IV, originario di Ascoli, fu il primo papa a provenire dalle fila dell\u2019Ordine dei Minori. Il testo ha il pregio di gettare uno sguardo su alcuni aspetti della prassi canonica del XIII secolo. Quando un fedele abbracciava una dottrina o metteva in atto comportamenti al di fuori dell\u2019ortodossia cattolica, o ancora si macchiava di gravi peccati, veniva \u201cfulminato\u201d \u2013 si usava proprio questo verbo \u2013 dalla scomunica e veniva estromesso dalla comunit\u00e0. Quando invece era un\u2019intera comunit\u00e0 a porsi al di fuori delle regole, la punizione canonica prendeva il nome di interdetto. Il caso non era infrequente: anche Osimo, ad esempio, nel corso del Duecento fu colpita pi\u00f9 volte da tale provvedimento. Nel 1240, per aver aderito al partito imperiale ed essersi allontanata dall\u2019obbedienza papale, non soltanto la citt\u00e0 fu colpita da interdetto, ma fu perfino privata della sede episcopale, trasferita a Recanati. Nel periodo dell\u2019interdetto ogni citt\u00e0 veniva sottoposta a forti restrizioni: non si potevano celebrare le messe, n\u00e9 i sacramenti, con l\u2019eccezione del battesimo e dell\u2019eucarestia destinati ai morenti; non era inoltre concessa la sepoltura in terra consacrata. Ora, il testo di Niccol\u00f2 IV concede ai frati Minori di operare in un regime di mitigazione delle pene spirituali: durante il periodo dell\u2019interdizione, i frati sarebbero infatti stati autorizzati a confessare i peccati, a leggere l\u2019ufficio divino, a celebrare le messe, purch\u00e9 lo avessero fatto a porte chiuse, senza il suono della campana e con voce sommessa. Queste disposizioni offrono la preziosa opportunit\u00e0 di farci immergere in una citt\u00e0 lontana nel tempo, nella quale la gestualit\u00e0 e perfino il paesaggio sonoro erano modellati su un codice di valori spirituali condivisi.<\/p>\n","post_title":"pergamena 8","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena-8","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-18 09:54:47","post_modified_gmt":"2021-12-18 08:54:47","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34177","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":34175,"post_author":"2","post_date":"2021-12-18 09:52:29","post_date_gmt":"2021-12-18 08:52:29","post_content":"\n
Il testo riguarda una delicata questione politico-diplomatica che investe le sorti dell\u2019Italia. Il papa si avvale qui disinvoltamente delle armi spirituali per rivendicare il ruolo di arbitro in uno scontro di potere fra due contendenti. Il primo di questi \u00e8 Manfredi, il figlio naturale di Federico II che, dopo la morte del padre, era stato proclamato re di Sicilia contro il volere papale e poteva coordinare efficacemente le forze ghibelline nell\u2019Italia centrosettentrionale. Il testo dipinge questa figura a tinte fosche: Manfredi viene tacciato di \u201cdisumana perfidia\u201d e di molte mostruosit\u00e0 minuziosamente elencate: essere un \u201cvelenoso eretico\u201d, \u201cperseguitare i fedeli\u201d, turbare la pace, avere come fidi alleati quei saraceni, che suo padre aveva fatto radunare nella roccaforte di Lucera, nel nord della Puglia. Siamo di fronte a un ritratto esasperato, intonato a una retorica gi\u00e0 ampiamente sperimentata dal papato durante gli anni di Federico II: se quest\u2019ultimo era considerato negli ambienti curiali come l\u2019Anticristo, il testo che qui leggiamo \u00e8 pronto ad affermare che Manfredi \u201cpu\u00f2 perfino superare la crudelt\u00e0 paterna\u201d. Un ritratto antitetico \u00e8 quello che si delinea per il secondo contendente in causa, Carlo d\u2019Angi\u00f2, conte di Provenza e fratello del re di Francia Luigi IX. Carlo \u00e8 dipinto come uomo giusto, difensore della fede, pronto a obbedire agli inviti del papa. Clemente IV lo aveva investito nel febbraio 1265 del Regno di Sicilia, dopo lunghe negoziazioni: il 30 aprile aveva stipulato con lui un vero e proprio trattato, che fissava una lunga serie di clausole. Carlo avrebbe dovuto conquistare in armi il Regno di Sicilia con il favore della Chiesa, cosa che avvenne grazie all\u2019esito della celebre battaglia di Benevento, nel febbraio 1266, ove Carlo usc\u00ec vincitore e Manfredi perse la vita. La nostra lettera testimonia dunque i fervidi preparativi: cosa poteva fare di meglio il papa se non indire una vera e propria crociata contro l\u2019eretico Manfredi e accordare a coloro che avrebbero accolto l\u2019invito gli stessi benefici spirituali di chi partiva per combattere in Terrasanta? E a chi affidare la predicazione della crociata \u2013 che rappresentava un aspetto delicatissimo sul piano di quella che oggi chiamiamo \u2018comunicazione politica\u2019 - se non ai frati Minori, cos\u00ec versati nella predicazione alle folle urbane? Ma c\u2019\u00e8 di pi\u00f9: nel testo il papa accorda anche quaranta giorni di indulgenza a quei fedeli che si sarebbero recati ad ascoltare le prediche, anzi \u2013 come recita il dettato \u2013 che vi \u201ccorreranno con fervore\u201d.\u00a0<\/p>\n","post_title":"pergamena 7","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena-7","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-18 09:52:30","post_modified_gmt":"2021-12-18 08:52:30","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34175","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":34173,"post_author":"2","post_date":"2021-12-18 09:50:42","post_date_gmt":"2021-12-18 08:50:42","post_content":"\n
Questo testo costituisce una tappa di una vicenda storicamente tanto affascinante quanto complessa: quella delle stimmate di san Francesco. Francesco fu il primo santo della Chiesa cattolica al quale fu riconosciuto il dono delle stimmate. Su questo tema un\u2019autorevole studiosa, Chiara Frugoni, ha scritto un libro fondamentale (Francesco e l\u2019invenzione delle stimmate. Una storia per parole e immagini fino a Bonaventura e Giotto<\/em>, Einaudi, Torino 1993), ove indaga la costruzione dell\u2019immagine \u2018ufficiale\u2019 del santo dopo la sua morte. Quanto alle stimmate, Francesco non ne fece mai parola nei suoi scritti, e pure i primi racconti biografici forniscono dati piuttosto discordanti. Neppure la bolla di canonizzazione di papa Gregorio IX, risalente al luglio 1228, menziona affatto le stimmate. Soltanto pi\u00f9 tardi, nel 1237, lo stesso Gregorio volle renderne testimonianza ufficiale, dopo un\u2019accurata indagine. Il pontefice abbracci\u00f2 pertanto la convinzione che Francesco, secondo quanto si legge nel testo qui esposto, avrebbe portato nel suo corpo le ferite provocate dai chiodi sulle mani e sui piedi e la piaga di una ferita sul fianco, come Cristo nella Passione, nascondendole agli occhi degli uomini, dei quali rifuggiva la gloria. Per corroborarne la veridicit\u00e0, il papa afferm\u00f2 che delle stimmate aveva avuto notizia gi\u00e0 molti anni prima, quando era ancora cardinale e rivestiva il ruolo di protettore dell\u2019Ordine dei Minori. La questione delle stimmate di san Francesco appare pertanto complessa e ancora dibattuta sul piano storico-filologico.\u00a0<\/p>\n","post_title":"pergamena 6","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena-6","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-18 09:51:00","post_modified_gmt":"2021-12-18 08:51:00","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34173","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":34169,"post_author":"2","post_date":"2021-12-18 09:47:27","post_date_gmt":"2021-12-18 08:47:27","post_content":"\nIl papa istituisce nel testo una serie di relazioni fra autorit\u00e0 diverse fra loro. Il motivo \u00e8 la lotta contro l\u2019eresia, un obiettivo che il papato duecentesco persegu\u00ec strenuamente. Alla base di tutto risiede l\u2019attivit\u00e0 legislativa contro gli eretici promossa dell\u2019imperatore Federico II negli anni Venti e Trenta del Duecento. Tale normativa costitu\u00ec infatti una disciplina organica pienamente recepita dalla Chiesa. Potr\u00e0 sembrare paradossale, ma gli stessi papi che dichiararono Federico II reo, scomunicandolo pi\u00f9 volte, fino a dichiararlo deposto nel 1245, accolsero invece con favore le sue leggi contro gli eretici. Destinatari della lettera esposta sono gli inquisitori francescani, ai quali il papa aveva affidato, insieme ai frati Predicatori, l\u2019amministrazione del tribunale papale dell\u2019inquisizione, istituito appena qualche anno prima, nel 1235. A costoro il papa ingiunge di vigilare affinch\u00e9 le norme di Federico II contro gli eretici fossero inserite negli statuti delle citt\u00e0. Gli statuti rappresentavano il testo costituzionale del quale ogni citt\u00e0 comunale si dotava: nell\u2019Archivio storico comunale di Osimo si conserva il codice degli statuti risalente ai primi anni del Trecento. Nella lettera qui esposta il papa ricorda espressamente di aver gi\u00e0 rivolto alle magistrature comunali \u2013 il podest\u00e0 e le assemblee consiliari, che corrispondevano grosso modo al sindaco e al Consiglio comunale di oggi \u2013 l\u2019ordine di recepire la normativa antiereticale federiciana. Gli inquisitori francescani sono chiamati in causa per verificare che i magistrati cittadini abbiano assolto al loro dovere. Questa bolla non \u00e8 l\u2019unica testimonianza a tale proposito: sappiamo infatti che, nel corso del Duecento, almeno cinque pontefici richiesero l\u2019inserzione negli statuti della normativa emanata da Federico II.<\/p>\n","post_title":"pergamena 5","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena-5","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-18 09:47:28","post_modified_gmt":"2021-12-18 08:47:28","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34169","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":34167,"post_author":"2","post_date":"2021-12-18 09:46:06","post_date_gmt":"2021-12-18 08:46:06","post_content":"\n
Il testo di questa lettera non ha a che fare direttamente con le Marche, ma proietta la sua sfera d\u2019azione verso terre lontane. Attesta infatti una vocazione intensamente avvertita nel francescanesimo delle prime generazioni: lo slancio missionario. Francesco d\u2019Assisi, com\u2019\u00e8 noto, si era recato nel 1219 a Damietta per annunciare il Vangelo al sultano d'Egitto Malik al-Kamil. La missione era partita da Ancona: un bell\u2019affresco commemorativo, posto sulla controfacciata della Basilica di S. Giuseppe da Copertino, ritrae il Poverello d\u2019Assisi in procinto di salpare, accompagnato da una folla festante. L\u2019episodio del colloquio tra Francesco e il sultano d\u2019Egitto \u00e8 stato letto come una tappa fondamentale nel dialogo interreligioso, in un\u2019epoca in cui il movimento crociato fondava sull\u2019uso delle armi il rapporto con i popoli di fede musulmana. Quello stesso anelito verso la predicazione del Vangelo a uomini di culture, religioni e tradizioni diverse, fu ereditato dai seguaci di Francesco. Appena una generazione pi\u00f9 tardi, i Minori si erano spinti dal Vicino all\u2019Estremo Oriente, portando la Parola di Dio nel cuore della Cina: in questa vastissima area, la stabilizzazione dell\u2019impero mongolo aveva creato pi\u00f9 appetibili condizioni per i viaggiatori. Il frate umbro Giovanni da Pian del Carpine, dopo aver percorso pi\u00f9 di diecimila chilometri, giunse nel luglio 1246 al cospetto dell\u2019imperatore mongolo Guyuk: fu il primo occidentale a ritrovarsi faccia a faccia col sovrano pi\u00f9 temuto della terra, quindici anni prima dei fratelli Matteo e Niccol\u00f2 Polo. Frate Giovanni era partito da Lione nell\u2019aprile 1245 su mandato del papa, che, avvertendo come una minaccia l\u2019avanzata mongola verso l\u2019Europa orientale, intendeva imbastire con il Gran Khan rapporti diplomatici. Esattamente a questo momento si riferisce la lettera esposta: fu dettata a Lione nel marzo 1245, mentre si stava celebrando un solenne concilio. Ci\u00f2 che colpisce nel testo non \u00e8 solo il minuzioso disciplinamento canonico dell\u2019attivit\u00e0 missionaria, quanto anche il lunghissimo e variegato elenco dei popoli \u201cinfedeli\u201d e degli \u201ceretici\u201d d\u2019Oriente ai quali erano inviati i missionari francescani.<\/p>\n","post_title":"pergamena 4","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena-4","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-18 09:46:09","post_modified_gmt":"2021-12-18 08:46:09","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34167","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":34165,"post_author":"2","post_date":"2021-12-18 09:42:55","post_date_gmt":"2021-12-18 08:42:55","post_content":"\n
Secondo un celebre adagio, l\u2019abito non fa il monaco. Il testo di questa lettera dimostra l\u2019esatto contrario: nel medioevo l\u2019abito era per i religiosi un elemento che stava a indicare visibilmente l\u2019appartenenza a un Ordine. Monaci e frati sono due categorie ben distinte. I primi vivevano in abbazie e monasteri che si erano diffusi in tutta l\u2019Europa fin dall\u2019alto medioevo, quasi sempre lontano dalle citt\u00e0, e dotati di cospicui beni fondiari I frati invece rappresentano una vigorosa espressione delle nuove forme di religiosit\u00e0 sorte nel Duecento. Queste comunit\u00e0 si facevano portavoce di un ideale evangelico di povert\u00e0 che le spingeva a fondare il proprio sostentamento sulle elemosine dei fedeli anzich\u00e9 sulle rendite della terra, come facevano i monaci. Perci\u00f2 queste nuove famiglie religiose, anche se sottoposte canonicamente a diverse regole, presero complessivamente il nome di Ordini mendicanti. I due principali Ordini mendicanti furono quello dei Minori, seguaci di san Francesco di Assisi, e dei Predicatori, seguaci di san Domenico di Guzm\u00e1n. Nel corso del Duecento, accanto a questi, presero vita altre comunit\u00e0, dotate di un proprio carisma: i Carmelitani, i Servi di Maria, gli Eremitani di Sant\u2019Agostino (o Agostiniani). Fu la vivacit\u00e0 di tale slancio religioso a creare qualche confusione nell\u2019abito da indossare. I frati di ogni comunit\u00e0 dovevano essere immediatamente riconoscibili: Francescani e Domenicani lo erano, poich\u00e9 i primi indossavano un semplice saio di colore grezzo, cinto con una corda, simbolo di umilt\u00e0, mentre i secondi vestivano pi\u00f9 riccamente una tonaca bianca con sopra una cappa nera. Il problema della confusione poteva per\u00f2 insorgere con altri movimenti minori, che non avevano ancora ben decantato la loro \u2018divisa\u2019. La lettera che qui leggiamo \u00e8 un esempio tra le tante conservate nell\u2019Archivio dei Conventuali, con cui papa Gregorio IX ordina di far rispettare l\u2019uso di un abito di colore nero, con ampie maniche, ai religiosi Brettinesi, una comunit\u00e0 di ispirazione eremitica sorta pochi anni prima nel territorio di Fano e che qualche tempo dopo sarebbe confluita nell\u2019eterogeneo gruppo dei frati agostiniani. Il motivo per il quale i Minori volevano che il papa disciplinasse l\u2019abito dei Brettinesi \u00e8 chiaramente espresso nel testo: i fedeli non dovevano confondere questi ultimi religiosi con i francescani nel momento in cui avevano intenzione di fare elemosine. Dunque, anche l\u2019abito fa il frate!<\/p>\n","post_title":"pergamena 3","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena-3","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-18 09:43:19","post_modified_gmt":"2021-12-18 08:43:19","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34165","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":34142,"post_author":"2","post_date":"2021-12-17 13:09:36","post_date_gmt":"2021-12-17 12:09:36","post_content":"\n<\/video><\/figure>\n\n\n\nFrancesca Bartolacci<\/em> - UniMc<\/p>\n","post_title":"pergamena 2","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena2","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-18 11:51:24","post_modified_gmt":"2021-12-18 10:51:24","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34142","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"}],"next":false,"prev":false,"total_page":1},"paged":1,"column_class":"jeg_col_2o3","class":"epic_block_11"};
\n<\/video><\/figure>\n","post_title":"pergamene 11-12","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamene-11-12","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-20 08:53:10","post_modified_gmt":"2021-12-20 07:53:10","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34183","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":34181,"post_author":"2","post_date":"2021-12-18 10:06:05","post_date_gmt":"2021-12-18 09:06:05","post_content":"\nIl testo si riferisce a un caso specifico, quello di Ascoli, ma assume una valenza pi\u00f9 generale. Il tema \u00e8 quello dell\u2019insediamento urbano dei frati Minori e degli altri Ordini mendicanti, citati nel testo: i Predicatori, ossia i seguaci di san Domenico, gli Agostiniani, i Carmelitani e altri ancora. Entro la met\u00e0 del Duecento questi Ordini avevano sviluppato una chiara vocazione urbana: lo spazio sociale per la loro missione pastorale e per la loro vita comunitaria non poteva essere che quello della citt\u00e0. Nonostante il sostegno papale e l\u2019operoso dialogo costruito con le comunit\u00e0 urbane, non manc\u00f2 l\u2019insorgere di dispute legali sulle rispettive competenze territoriali. Le citt\u00e0 erano infatti gi\u00e0 ripartire in parrocchie, affidate al clero secolare e l\u2019inserimento dei nuovi Ordini \u2013 che esercitavano parimenti la cura d\u2019anime, ossia celebravano i sacramenti e godevano dunque di tutti gli introiti in denaro connessi con l\u2019amministrazione del culto \u2013 provoc\u00f2 una serie di conflitti, che quasi sempre erano i vescovi a dirimere. Il papato prefer\u00ec intervenire fissando una regola \u2018urbanistica\u2019 di carattere generale: in una disposizione emanata nel novembre 1265 \u2013 espressamente citata in questo testo come riferimento normativo \u2013 papa Clemente IV aveva fissato in 300 canne (circa 600 metri) la distanza minima tra due conventi mendicanti, senza che fossero ammesse eccezioni. \u00c8 stato notato dagli storici dell\u2019urbanistica che, all\u2019interno del costruito di molte citt\u00e0, questa norma diede luogo a una disposizione geometrica delle chiese e dei conventi mendicanti ai vertici di un triangolo, il cui baricentro corrispondeva spesso con l\u2019edificio pi\u00f9 rappresentativo (la chiesa cattedrale o il palazzo comunale). Tuttavia, una norma cos\u00ec rigida, forse immaginata per centri medio-grandi, non poteva adattarsi a una pluralit\u00e0 di situazioni locali. Cos\u00ec, nella lettera qui esposta papa Bonifacio VIII, per sanare una situazione gi\u00e0 operante e per limitare \u2013 come recita il testo \u2013 \u201cla materia dei litigi\u201d, decise di ridurre per Ascoli la misura di oltre la met\u00e0, limitandola a 140 canne. Questa eccezione sarebbe stata presto seguita da numerose altre.<\/p>\n","post_title":"pergamena 10","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena-10","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-20 08:52:09","post_modified_gmt":"2021-12-20 07:52:09","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34181","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":34179,"post_author":"2","post_date":"2021-12-18 09:56:46","post_date_gmt":"2021-12-18 08:56:46","post_content":"\n
Francesco Pirani<\/em> - UniMc<\/p>\n\n\n\n<\/video><\/figure>\n","post_title":"pergamena 9","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena-9","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-20 08:51:32","post_modified_gmt":"2021-12-20 07:51:32","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34179","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":34177,"post_author":"2","post_date":"2021-12-18 09:53:48","post_date_gmt":"2021-12-18 08:53:48","post_content":"\nIn questa lettera papa Niccol\u00f2 IV si rivolge al ministro generale e a tutti i frati Minori. Vale la pena ricordare che Niccol\u00f2 IV, originario di Ascoli, fu il primo papa a provenire dalle fila dell\u2019Ordine dei Minori. Il testo ha il pregio di gettare uno sguardo su alcuni aspetti della prassi canonica del XIII secolo. Quando un fedele abbracciava una dottrina o metteva in atto comportamenti al di fuori dell\u2019ortodossia cattolica, o ancora si macchiava di gravi peccati, veniva \u201cfulminato\u201d \u2013 si usava proprio questo verbo \u2013 dalla scomunica e veniva estromesso dalla comunit\u00e0. Quando invece era un\u2019intera comunit\u00e0 a porsi al di fuori delle regole, la punizione canonica prendeva il nome di interdetto. Il caso non era infrequente: anche Osimo, ad esempio, nel corso del Duecento fu colpita pi\u00f9 volte da tale provvedimento. Nel 1240, per aver aderito al partito imperiale ed essersi allontanata dall\u2019obbedienza papale, non soltanto la citt\u00e0 fu colpita da interdetto, ma fu perfino privata della sede episcopale, trasferita a Recanati. Nel periodo dell\u2019interdetto ogni citt\u00e0 veniva sottoposta a forti restrizioni: non si potevano celebrare le messe, n\u00e9 i sacramenti, con l\u2019eccezione del battesimo e dell\u2019eucarestia destinati ai morenti; non era inoltre concessa la sepoltura in terra consacrata. Ora, il testo di Niccol\u00f2 IV concede ai frati Minori di operare in un regime di mitigazione delle pene spirituali: durante il periodo dell\u2019interdizione, i frati sarebbero infatti stati autorizzati a confessare i peccati, a leggere l\u2019ufficio divino, a celebrare le messe, purch\u00e9 lo avessero fatto a porte chiuse, senza il suono della campana e con voce sommessa. Queste disposizioni offrono la preziosa opportunit\u00e0 di farci immergere in una citt\u00e0 lontana nel tempo, nella quale la gestualit\u00e0 e perfino il paesaggio sonoro erano modellati su un codice di valori spirituali condivisi.<\/p>\n","post_title":"pergamena 8","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena-8","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-18 09:54:47","post_modified_gmt":"2021-12-18 08:54:47","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34177","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":34175,"post_author":"2","post_date":"2021-12-18 09:52:29","post_date_gmt":"2021-12-18 08:52:29","post_content":"\n
Il testo riguarda una delicata questione politico-diplomatica che investe le sorti dell\u2019Italia. Il papa si avvale qui disinvoltamente delle armi spirituali per rivendicare il ruolo di arbitro in uno scontro di potere fra due contendenti. Il primo di questi \u00e8 Manfredi, il figlio naturale di Federico II che, dopo la morte del padre, era stato proclamato re di Sicilia contro il volere papale e poteva coordinare efficacemente le forze ghibelline nell\u2019Italia centrosettentrionale. Il testo dipinge questa figura a tinte fosche: Manfredi viene tacciato di \u201cdisumana perfidia\u201d e di molte mostruosit\u00e0 minuziosamente elencate: essere un \u201cvelenoso eretico\u201d, \u201cperseguitare i fedeli\u201d, turbare la pace, avere come fidi alleati quei saraceni, che suo padre aveva fatto radunare nella roccaforte di Lucera, nel nord della Puglia. Siamo di fronte a un ritratto esasperato, intonato a una retorica gi\u00e0 ampiamente sperimentata dal papato durante gli anni di Federico II: se quest\u2019ultimo era considerato negli ambienti curiali come l\u2019Anticristo, il testo che qui leggiamo \u00e8 pronto ad affermare che Manfredi \u201cpu\u00f2 perfino superare la crudelt\u00e0 paterna\u201d. Un ritratto antitetico \u00e8 quello che si delinea per il secondo contendente in causa, Carlo d\u2019Angi\u00f2, conte di Provenza e fratello del re di Francia Luigi IX. Carlo \u00e8 dipinto come uomo giusto, difensore della fede, pronto a obbedire agli inviti del papa. Clemente IV lo aveva investito nel febbraio 1265 del Regno di Sicilia, dopo lunghe negoziazioni: il 30 aprile aveva stipulato con lui un vero e proprio trattato, che fissava una lunga serie di clausole. Carlo avrebbe dovuto conquistare in armi il Regno di Sicilia con il favore della Chiesa, cosa che avvenne grazie all\u2019esito della celebre battaglia di Benevento, nel febbraio 1266, ove Carlo usc\u00ec vincitore e Manfredi perse la vita. La nostra lettera testimonia dunque i fervidi preparativi: cosa poteva fare di meglio il papa se non indire una vera e propria crociata contro l\u2019eretico Manfredi e accordare a coloro che avrebbero accolto l\u2019invito gli stessi benefici spirituali di chi partiva per combattere in Terrasanta? E a chi affidare la predicazione della crociata \u2013 che rappresentava un aspetto delicatissimo sul piano di quella che oggi chiamiamo \u2018comunicazione politica\u2019 - se non ai frati Minori, cos\u00ec versati nella predicazione alle folle urbane? Ma c\u2019\u00e8 di pi\u00f9: nel testo il papa accorda anche quaranta giorni di indulgenza a quei fedeli che si sarebbero recati ad ascoltare le prediche, anzi \u2013 come recita il dettato \u2013 che vi \u201ccorreranno con fervore\u201d.\u00a0<\/p>\n","post_title":"pergamena 7","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena-7","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-18 09:52:30","post_modified_gmt":"2021-12-18 08:52:30","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34175","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":34173,"post_author":"2","post_date":"2021-12-18 09:50:42","post_date_gmt":"2021-12-18 08:50:42","post_content":"\n
Questo testo costituisce una tappa di una vicenda storicamente tanto affascinante quanto complessa: quella delle stimmate di san Francesco. Francesco fu il primo santo della Chiesa cattolica al quale fu riconosciuto il dono delle stimmate. Su questo tema un\u2019autorevole studiosa, Chiara Frugoni, ha scritto un libro fondamentale (Francesco e l\u2019invenzione delle stimmate. Una storia per parole e immagini fino a Bonaventura e Giotto<\/em>, Einaudi, Torino 1993), ove indaga la costruzione dell\u2019immagine \u2018ufficiale\u2019 del santo dopo la sua morte. Quanto alle stimmate, Francesco non ne fece mai parola nei suoi scritti, e pure i primi racconti biografici forniscono dati piuttosto discordanti. Neppure la bolla di canonizzazione di papa Gregorio IX, risalente al luglio 1228, menziona affatto le stimmate. Soltanto pi\u00f9 tardi, nel 1237, lo stesso Gregorio volle renderne testimonianza ufficiale, dopo un\u2019accurata indagine. Il pontefice abbracci\u00f2 pertanto la convinzione che Francesco, secondo quanto si legge nel testo qui esposto, avrebbe portato nel suo corpo le ferite provocate dai chiodi sulle mani e sui piedi e la piaga di una ferita sul fianco, come Cristo nella Passione, nascondendole agli occhi degli uomini, dei quali rifuggiva la gloria. Per corroborarne la veridicit\u00e0, il papa afferm\u00f2 che delle stimmate aveva avuto notizia gi\u00e0 molti anni prima, quando era ancora cardinale e rivestiva il ruolo di protettore dell\u2019Ordine dei Minori. La questione delle stimmate di san Francesco appare pertanto complessa e ancora dibattuta sul piano storico-filologico.\u00a0<\/p>\n","post_title":"pergamena 6","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena-6","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-18 09:51:00","post_modified_gmt":"2021-12-18 08:51:00","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34173","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":34169,"post_author":"2","post_date":"2021-12-18 09:47:27","post_date_gmt":"2021-12-18 08:47:27","post_content":"\nIl papa istituisce nel testo una serie di relazioni fra autorit\u00e0 diverse fra loro. Il motivo \u00e8 la lotta contro l\u2019eresia, un obiettivo che il papato duecentesco persegu\u00ec strenuamente. Alla base di tutto risiede l\u2019attivit\u00e0 legislativa contro gli eretici promossa dell\u2019imperatore Federico II negli anni Venti e Trenta del Duecento. Tale normativa costitu\u00ec infatti una disciplina organica pienamente recepita dalla Chiesa. Potr\u00e0 sembrare paradossale, ma gli stessi papi che dichiararono Federico II reo, scomunicandolo pi\u00f9 volte, fino a dichiararlo deposto nel 1245, accolsero invece con favore le sue leggi contro gli eretici. Destinatari della lettera esposta sono gli inquisitori francescani, ai quali il papa aveva affidato, insieme ai frati Predicatori, l\u2019amministrazione del tribunale papale dell\u2019inquisizione, istituito appena qualche anno prima, nel 1235. A costoro il papa ingiunge di vigilare affinch\u00e9 le norme di Federico II contro gli eretici fossero inserite negli statuti delle citt\u00e0. Gli statuti rappresentavano il testo costituzionale del quale ogni citt\u00e0 comunale si dotava: nell\u2019Archivio storico comunale di Osimo si conserva il codice degli statuti risalente ai primi anni del Trecento. Nella lettera qui esposta il papa ricorda espressamente di aver gi\u00e0 rivolto alle magistrature comunali \u2013 il podest\u00e0 e le assemblee consiliari, che corrispondevano grosso modo al sindaco e al Consiglio comunale di oggi \u2013 l\u2019ordine di recepire la normativa antiereticale federiciana. Gli inquisitori francescani sono chiamati in causa per verificare che i magistrati cittadini abbiano assolto al loro dovere. Questa bolla non \u00e8 l\u2019unica testimonianza a tale proposito: sappiamo infatti che, nel corso del Duecento, almeno cinque pontefici richiesero l\u2019inserzione negli statuti della normativa emanata da Federico II.<\/p>\n","post_title":"pergamena 5","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena-5","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-18 09:47:28","post_modified_gmt":"2021-12-18 08:47:28","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34169","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":34167,"post_author":"2","post_date":"2021-12-18 09:46:06","post_date_gmt":"2021-12-18 08:46:06","post_content":"\n
Il testo di questa lettera non ha a che fare direttamente con le Marche, ma proietta la sua sfera d\u2019azione verso terre lontane. Attesta infatti una vocazione intensamente avvertita nel francescanesimo delle prime generazioni: lo slancio missionario. Francesco d\u2019Assisi, com\u2019\u00e8 noto, si era recato nel 1219 a Damietta per annunciare il Vangelo al sultano d'Egitto Malik al-Kamil. La missione era partita da Ancona: un bell\u2019affresco commemorativo, posto sulla controfacciata della Basilica di S. Giuseppe da Copertino, ritrae il Poverello d\u2019Assisi in procinto di salpare, accompagnato da una folla festante. L\u2019episodio del colloquio tra Francesco e il sultano d\u2019Egitto \u00e8 stato letto come una tappa fondamentale nel dialogo interreligioso, in un\u2019epoca in cui il movimento crociato fondava sull\u2019uso delle armi il rapporto con i popoli di fede musulmana. Quello stesso anelito verso la predicazione del Vangelo a uomini di culture, religioni e tradizioni diverse, fu ereditato dai seguaci di Francesco. Appena una generazione pi\u00f9 tardi, i Minori si erano spinti dal Vicino all\u2019Estremo Oriente, portando la Parola di Dio nel cuore della Cina: in questa vastissima area, la stabilizzazione dell\u2019impero mongolo aveva creato pi\u00f9 appetibili condizioni per i viaggiatori. Il frate umbro Giovanni da Pian del Carpine, dopo aver percorso pi\u00f9 di diecimila chilometri, giunse nel luglio 1246 al cospetto dell\u2019imperatore mongolo Guyuk: fu il primo occidentale a ritrovarsi faccia a faccia col sovrano pi\u00f9 temuto della terra, quindici anni prima dei fratelli Matteo e Niccol\u00f2 Polo. Frate Giovanni era partito da Lione nell\u2019aprile 1245 su mandato del papa, che, avvertendo come una minaccia l\u2019avanzata mongola verso l\u2019Europa orientale, intendeva imbastire con il Gran Khan rapporti diplomatici. Esattamente a questo momento si riferisce la lettera esposta: fu dettata a Lione nel marzo 1245, mentre si stava celebrando un solenne concilio. Ci\u00f2 che colpisce nel testo non \u00e8 solo il minuzioso disciplinamento canonico dell\u2019attivit\u00e0 missionaria, quanto anche il lunghissimo e variegato elenco dei popoli \u201cinfedeli\u201d e degli \u201ceretici\u201d d\u2019Oriente ai quali erano inviati i missionari francescani.<\/p>\n","post_title":"pergamena 4","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena-4","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-18 09:46:09","post_modified_gmt":"2021-12-18 08:46:09","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34167","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":34165,"post_author":"2","post_date":"2021-12-18 09:42:55","post_date_gmt":"2021-12-18 08:42:55","post_content":"\n
Secondo un celebre adagio, l\u2019abito non fa il monaco. Il testo di questa lettera dimostra l\u2019esatto contrario: nel medioevo l\u2019abito era per i religiosi un elemento che stava a indicare visibilmente l\u2019appartenenza a un Ordine. Monaci e frati sono due categorie ben distinte. I primi vivevano in abbazie e monasteri che si erano diffusi in tutta l\u2019Europa fin dall\u2019alto medioevo, quasi sempre lontano dalle citt\u00e0, e dotati di cospicui beni fondiari I frati invece rappresentano una vigorosa espressione delle nuove forme di religiosit\u00e0 sorte nel Duecento. Queste comunit\u00e0 si facevano portavoce di un ideale evangelico di povert\u00e0 che le spingeva a fondare il proprio sostentamento sulle elemosine dei fedeli anzich\u00e9 sulle rendite della terra, come facevano i monaci. Perci\u00f2 queste nuove famiglie religiose, anche se sottoposte canonicamente a diverse regole, presero complessivamente il nome di Ordini mendicanti. I due principali Ordini mendicanti furono quello dei Minori, seguaci di san Francesco di Assisi, e dei Predicatori, seguaci di san Domenico di Guzm\u00e1n. Nel corso del Duecento, accanto a questi, presero vita altre comunit\u00e0, dotate di un proprio carisma: i Carmelitani, i Servi di Maria, gli Eremitani di Sant\u2019Agostino (o Agostiniani). Fu la vivacit\u00e0 di tale slancio religioso a creare qualche confusione nell\u2019abito da indossare. I frati di ogni comunit\u00e0 dovevano essere immediatamente riconoscibili: Francescani e Domenicani lo erano, poich\u00e9 i primi indossavano un semplice saio di colore grezzo, cinto con una corda, simbolo di umilt\u00e0, mentre i secondi vestivano pi\u00f9 riccamente una tonaca bianca con sopra una cappa nera. Il problema della confusione poteva per\u00f2 insorgere con altri movimenti minori, che non avevano ancora ben decantato la loro \u2018divisa\u2019. La lettera che qui leggiamo \u00e8 un esempio tra le tante conservate nell\u2019Archivio dei Conventuali, con cui papa Gregorio IX ordina di far rispettare l\u2019uso di un abito di colore nero, con ampie maniche, ai religiosi Brettinesi, una comunit\u00e0 di ispirazione eremitica sorta pochi anni prima nel territorio di Fano e che qualche tempo dopo sarebbe confluita nell\u2019eterogeneo gruppo dei frati agostiniani. Il motivo per il quale i Minori volevano che il papa disciplinasse l\u2019abito dei Brettinesi \u00e8 chiaramente espresso nel testo: i fedeli non dovevano confondere questi ultimi religiosi con i francescani nel momento in cui avevano intenzione di fare elemosine. Dunque, anche l\u2019abito fa il frate!<\/p>\n","post_title":"pergamena 3","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena-3","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-18 09:43:19","post_modified_gmt":"2021-12-18 08:43:19","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34165","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":34142,"post_author":"2","post_date":"2021-12-17 13:09:36","post_date_gmt":"2021-12-17 12:09:36","post_content":"\n<\/video><\/figure>\n\n\n\nFrancesca Bartolacci<\/em> - UniMc<\/p>\n","post_title":"pergamena 2","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena2","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-18 11:51:24","post_modified_gmt":"2021-12-18 10:51:24","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34142","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"}],"next":false,"prev":false,"total_page":1},"paged":1,"column_class":"jeg_col_2o3","class":"epic_block_11"};
\nEleonora Barontini<\/em> - Arcidiocesi Ancona Osimo<\/p>\n\n\n\n<\/video><\/figure>\n","post_title":"pergamene 11-12","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamene-11-12","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-20 08:53:10","post_modified_gmt":"2021-12-20 07:53:10","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34183","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":34181,"post_author":"2","post_date":"2021-12-18 10:06:05","post_date_gmt":"2021-12-18 09:06:05","post_content":"\nIl testo si riferisce a un caso specifico, quello di Ascoli, ma assume una valenza pi\u00f9 generale. Il tema \u00e8 quello dell\u2019insediamento urbano dei frati Minori e degli altri Ordini mendicanti, citati nel testo: i Predicatori, ossia i seguaci di san Domenico, gli Agostiniani, i Carmelitani e altri ancora. Entro la met\u00e0 del Duecento questi Ordini avevano sviluppato una chiara vocazione urbana: lo spazio sociale per la loro missione pastorale e per la loro vita comunitaria non poteva essere che quello della citt\u00e0. Nonostante il sostegno papale e l\u2019operoso dialogo costruito con le comunit\u00e0 urbane, non manc\u00f2 l\u2019insorgere di dispute legali sulle rispettive competenze territoriali. Le citt\u00e0 erano infatti gi\u00e0 ripartire in parrocchie, affidate al clero secolare e l\u2019inserimento dei nuovi Ordini \u2013 che esercitavano parimenti la cura d\u2019anime, ossia celebravano i sacramenti e godevano dunque di tutti gli introiti in denaro connessi con l\u2019amministrazione del culto \u2013 provoc\u00f2 una serie di conflitti, che quasi sempre erano i vescovi a dirimere. Il papato prefer\u00ec intervenire fissando una regola \u2018urbanistica\u2019 di carattere generale: in una disposizione emanata nel novembre 1265 \u2013 espressamente citata in questo testo come riferimento normativo \u2013 papa Clemente IV aveva fissato in 300 canne (circa 600 metri) la distanza minima tra due conventi mendicanti, senza che fossero ammesse eccezioni. \u00c8 stato notato dagli storici dell\u2019urbanistica che, all\u2019interno del costruito di molte citt\u00e0, questa norma diede luogo a una disposizione geometrica delle chiese e dei conventi mendicanti ai vertici di un triangolo, il cui baricentro corrispondeva spesso con l\u2019edificio pi\u00f9 rappresentativo (la chiesa cattedrale o il palazzo comunale). Tuttavia, una norma cos\u00ec rigida, forse immaginata per centri medio-grandi, non poteva adattarsi a una pluralit\u00e0 di situazioni locali. Cos\u00ec, nella lettera qui esposta papa Bonifacio VIII, per sanare una situazione gi\u00e0 operante e per limitare \u2013 come recita il testo \u2013 \u201cla materia dei litigi\u201d, decise di ridurre per Ascoli la misura di oltre la met\u00e0, limitandola a 140 canne. Questa eccezione sarebbe stata presto seguita da numerose altre.<\/p>\n","post_title":"pergamena 10","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena-10","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-20 08:52:09","post_modified_gmt":"2021-12-20 07:52:09","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34181","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":34179,"post_author":"2","post_date":"2021-12-18 09:56:46","post_date_gmt":"2021-12-18 08:56:46","post_content":"\n
Francesco Pirani<\/em> - UniMc<\/p>\n\n\n\n<\/video><\/figure>\n","post_title":"pergamena 9","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena-9","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-20 08:51:32","post_modified_gmt":"2021-12-20 07:51:32","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34179","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":34177,"post_author":"2","post_date":"2021-12-18 09:53:48","post_date_gmt":"2021-12-18 08:53:48","post_content":"\nIn questa lettera papa Niccol\u00f2 IV si rivolge al ministro generale e a tutti i frati Minori. Vale la pena ricordare che Niccol\u00f2 IV, originario di Ascoli, fu il primo papa a provenire dalle fila dell\u2019Ordine dei Minori. Il testo ha il pregio di gettare uno sguardo su alcuni aspetti della prassi canonica del XIII secolo. Quando un fedele abbracciava una dottrina o metteva in atto comportamenti al di fuori dell\u2019ortodossia cattolica, o ancora si macchiava di gravi peccati, veniva \u201cfulminato\u201d \u2013 si usava proprio questo verbo \u2013 dalla scomunica e veniva estromesso dalla comunit\u00e0. Quando invece era un\u2019intera comunit\u00e0 a porsi al di fuori delle regole, la punizione canonica prendeva il nome di interdetto. Il caso non era infrequente: anche Osimo, ad esempio, nel corso del Duecento fu colpita pi\u00f9 volte da tale provvedimento. Nel 1240, per aver aderito al partito imperiale ed essersi allontanata dall\u2019obbedienza papale, non soltanto la citt\u00e0 fu colpita da interdetto, ma fu perfino privata della sede episcopale, trasferita a Recanati. Nel periodo dell\u2019interdetto ogni citt\u00e0 veniva sottoposta a forti restrizioni: non si potevano celebrare le messe, n\u00e9 i sacramenti, con l\u2019eccezione del battesimo e dell\u2019eucarestia destinati ai morenti; non era inoltre concessa la sepoltura in terra consacrata. Ora, il testo di Niccol\u00f2 IV concede ai frati Minori di operare in un regime di mitigazione delle pene spirituali: durante il periodo dell\u2019interdizione, i frati sarebbero infatti stati autorizzati a confessare i peccati, a leggere l\u2019ufficio divino, a celebrare le messe, purch\u00e9 lo avessero fatto a porte chiuse, senza il suono della campana e con voce sommessa. Queste disposizioni offrono la preziosa opportunit\u00e0 di farci immergere in una citt\u00e0 lontana nel tempo, nella quale la gestualit\u00e0 e perfino il paesaggio sonoro erano modellati su un codice di valori spirituali condivisi.<\/p>\n","post_title":"pergamena 8","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena-8","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-18 09:54:47","post_modified_gmt":"2021-12-18 08:54:47","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34177","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":34175,"post_author":"2","post_date":"2021-12-18 09:52:29","post_date_gmt":"2021-12-18 08:52:29","post_content":"\n
Il testo riguarda una delicata questione politico-diplomatica che investe le sorti dell\u2019Italia. Il papa si avvale qui disinvoltamente delle armi spirituali per rivendicare il ruolo di arbitro in uno scontro di potere fra due contendenti. Il primo di questi \u00e8 Manfredi, il figlio naturale di Federico II che, dopo la morte del padre, era stato proclamato re di Sicilia contro il volere papale e poteva coordinare efficacemente le forze ghibelline nell\u2019Italia centrosettentrionale. Il testo dipinge questa figura a tinte fosche: Manfredi viene tacciato di \u201cdisumana perfidia\u201d e di molte mostruosit\u00e0 minuziosamente elencate: essere un \u201cvelenoso eretico\u201d, \u201cperseguitare i fedeli\u201d, turbare la pace, avere come fidi alleati quei saraceni, che suo padre aveva fatto radunare nella roccaforte di Lucera, nel nord della Puglia. Siamo di fronte a un ritratto esasperato, intonato a una retorica gi\u00e0 ampiamente sperimentata dal papato durante gli anni di Federico II: se quest\u2019ultimo era considerato negli ambienti curiali come l\u2019Anticristo, il testo che qui leggiamo \u00e8 pronto ad affermare che Manfredi \u201cpu\u00f2 perfino superare la crudelt\u00e0 paterna\u201d. Un ritratto antitetico \u00e8 quello che si delinea per il secondo contendente in causa, Carlo d\u2019Angi\u00f2, conte di Provenza e fratello del re di Francia Luigi IX. Carlo \u00e8 dipinto come uomo giusto, difensore della fede, pronto a obbedire agli inviti del papa. Clemente IV lo aveva investito nel febbraio 1265 del Regno di Sicilia, dopo lunghe negoziazioni: il 30 aprile aveva stipulato con lui un vero e proprio trattato, che fissava una lunga serie di clausole. Carlo avrebbe dovuto conquistare in armi il Regno di Sicilia con il favore della Chiesa, cosa che avvenne grazie all\u2019esito della celebre battaglia di Benevento, nel febbraio 1266, ove Carlo usc\u00ec vincitore e Manfredi perse la vita. La nostra lettera testimonia dunque i fervidi preparativi: cosa poteva fare di meglio il papa se non indire una vera e propria crociata contro l\u2019eretico Manfredi e accordare a coloro che avrebbero accolto l\u2019invito gli stessi benefici spirituali di chi partiva per combattere in Terrasanta? E a chi affidare la predicazione della crociata \u2013 che rappresentava un aspetto delicatissimo sul piano di quella che oggi chiamiamo \u2018comunicazione politica\u2019 - se non ai frati Minori, cos\u00ec versati nella predicazione alle folle urbane? Ma c\u2019\u00e8 di pi\u00f9: nel testo il papa accorda anche quaranta giorni di indulgenza a quei fedeli che si sarebbero recati ad ascoltare le prediche, anzi \u2013 come recita il dettato \u2013 che vi \u201ccorreranno con fervore\u201d.\u00a0<\/p>\n","post_title":"pergamena 7","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena-7","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-18 09:52:30","post_modified_gmt":"2021-12-18 08:52:30","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34175","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":34173,"post_author":"2","post_date":"2021-12-18 09:50:42","post_date_gmt":"2021-12-18 08:50:42","post_content":"\n
Questo testo costituisce una tappa di una vicenda storicamente tanto affascinante quanto complessa: quella delle stimmate di san Francesco. Francesco fu il primo santo della Chiesa cattolica al quale fu riconosciuto il dono delle stimmate. Su questo tema un\u2019autorevole studiosa, Chiara Frugoni, ha scritto un libro fondamentale (Francesco e l\u2019invenzione delle stimmate. Una storia per parole e immagini fino a Bonaventura e Giotto<\/em>, Einaudi, Torino 1993), ove indaga la costruzione dell\u2019immagine \u2018ufficiale\u2019 del santo dopo la sua morte. Quanto alle stimmate, Francesco non ne fece mai parola nei suoi scritti, e pure i primi racconti biografici forniscono dati piuttosto discordanti. Neppure la bolla di canonizzazione di papa Gregorio IX, risalente al luglio 1228, menziona affatto le stimmate. Soltanto pi\u00f9 tardi, nel 1237, lo stesso Gregorio volle renderne testimonianza ufficiale, dopo un\u2019accurata indagine. Il pontefice abbracci\u00f2 pertanto la convinzione che Francesco, secondo quanto si legge nel testo qui esposto, avrebbe portato nel suo corpo le ferite provocate dai chiodi sulle mani e sui piedi e la piaga di una ferita sul fianco, come Cristo nella Passione, nascondendole agli occhi degli uomini, dei quali rifuggiva la gloria. Per corroborarne la veridicit\u00e0, il papa afferm\u00f2 che delle stimmate aveva avuto notizia gi\u00e0 molti anni prima, quando era ancora cardinale e rivestiva il ruolo di protettore dell\u2019Ordine dei Minori. La questione delle stimmate di san Francesco appare pertanto complessa e ancora dibattuta sul piano storico-filologico.\u00a0<\/p>\n","post_title":"pergamena 6","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena-6","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-18 09:51:00","post_modified_gmt":"2021-12-18 08:51:00","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34173","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":34169,"post_author":"2","post_date":"2021-12-18 09:47:27","post_date_gmt":"2021-12-18 08:47:27","post_content":"\nIl papa istituisce nel testo una serie di relazioni fra autorit\u00e0 diverse fra loro. Il motivo \u00e8 la lotta contro l\u2019eresia, un obiettivo che il papato duecentesco persegu\u00ec strenuamente. Alla base di tutto risiede l\u2019attivit\u00e0 legislativa contro gli eretici promossa dell\u2019imperatore Federico II negli anni Venti e Trenta del Duecento. Tale normativa costitu\u00ec infatti una disciplina organica pienamente recepita dalla Chiesa. Potr\u00e0 sembrare paradossale, ma gli stessi papi che dichiararono Federico II reo, scomunicandolo pi\u00f9 volte, fino a dichiararlo deposto nel 1245, accolsero invece con favore le sue leggi contro gli eretici. Destinatari della lettera esposta sono gli inquisitori francescani, ai quali il papa aveva affidato, insieme ai frati Predicatori, l\u2019amministrazione del tribunale papale dell\u2019inquisizione, istituito appena qualche anno prima, nel 1235. A costoro il papa ingiunge di vigilare affinch\u00e9 le norme di Federico II contro gli eretici fossero inserite negli statuti delle citt\u00e0. Gli statuti rappresentavano il testo costituzionale del quale ogni citt\u00e0 comunale si dotava: nell\u2019Archivio storico comunale di Osimo si conserva il codice degli statuti risalente ai primi anni del Trecento. Nella lettera qui esposta il papa ricorda espressamente di aver gi\u00e0 rivolto alle magistrature comunali \u2013 il podest\u00e0 e le assemblee consiliari, che corrispondevano grosso modo al sindaco e al Consiglio comunale di oggi \u2013 l\u2019ordine di recepire la normativa antiereticale federiciana. Gli inquisitori francescani sono chiamati in causa per verificare che i magistrati cittadini abbiano assolto al loro dovere. Questa bolla non \u00e8 l\u2019unica testimonianza a tale proposito: sappiamo infatti che, nel corso del Duecento, almeno cinque pontefici richiesero l\u2019inserzione negli statuti della normativa emanata da Federico II.<\/p>\n","post_title":"pergamena 5","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena-5","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-18 09:47:28","post_modified_gmt":"2021-12-18 08:47:28","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34169","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":34167,"post_author":"2","post_date":"2021-12-18 09:46:06","post_date_gmt":"2021-12-18 08:46:06","post_content":"\n
Il testo di questa lettera non ha a che fare direttamente con le Marche, ma proietta la sua sfera d\u2019azione verso terre lontane. Attesta infatti una vocazione intensamente avvertita nel francescanesimo delle prime generazioni: lo slancio missionario. Francesco d\u2019Assisi, com\u2019\u00e8 noto, si era recato nel 1219 a Damietta per annunciare il Vangelo al sultano d'Egitto Malik al-Kamil. La missione era partita da Ancona: un bell\u2019affresco commemorativo, posto sulla controfacciata della Basilica di S. Giuseppe da Copertino, ritrae il Poverello d\u2019Assisi in procinto di salpare, accompagnato da una folla festante. L\u2019episodio del colloquio tra Francesco e il sultano d\u2019Egitto \u00e8 stato letto come una tappa fondamentale nel dialogo interreligioso, in un\u2019epoca in cui il movimento crociato fondava sull\u2019uso delle armi il rapporto con i popoli di fede musulmana. Quello stesso anelito verso la predicazione del Vangelo a uomini di culture, religioni e tradizioni diverse, fu ereditato dai seguaci di Francesco. Appena una generazione pi\u00f9 tardi, i Minori si erano spinti dal Vicino all\u2019Estremo Oriente, portando la Parola di Dio nel cuore della Cina: in questa vastissima area, la stabilizzazione dell\u2019impero mongolo aveva creato pi\u00f9 appetibili condizioni per i viaggiatori. Il frate umbro Giovanni da Pian del Carpine, dopo aver percorso pi\u00f9 di diecimila chilometri, giunse nel luglio 1246 al cospetto dell\u2019imperatore mongolo Guyuk: fu il primo occidentale a ritrovarsi faccia a faccia col sovrano pi\u00f9 temuto della terra, quindici anni prima dei fratelli Matteo e Niccol\u00f2 Polo. Frate Giovanni era partito da Lione nell\u2019aprile 1245 su mandato del papa, che, avvertendo come una minaccia l\u2019avanzata mongola verso l\u2019Europa orientale, intendeva imbastire con il Gran Khan rapporti diplomatici. Esattamente a questo momento si riferisce la lettera esposta: fu dettata a Lione nel marzo 1245, mentre si stava celebrando un solenne concilio. Ci\u00f2 che colpisce nel testo non \u00e8 solo il minuzioso disciplinamento canonico dell\u2019attivit\u00e0 missionaria, quanto anche il lunghissimo e variegato elenco dei popoli \u201cinfedeli\u201d e degli \u201ceretici\u201d d\u2019Oriente ai quali erano inviati i missionari francescani.<\/p>\n","post_title":"pergamena 4","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena-4","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-18 09:46:09","post_modified_gmt":"2021-12-18 08:46:09","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34167","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":34165,"post_author":"2","post_date":"2021-12-18 09:42:55","post_date_gmt":"2021-12-18 08:42:55","post_content":"\n
Secondo un celebre adagio, l\u2019abito non fa il monaco. Il testo di questa lettera dimostra l\u2019esatto contrario: nel medioevo l\u2019abito era per i religiosi un elemento che stava a indicare visibilmente l\u2019appartenenza a un Ordine. Monaci e frati sono due categorie ben distinte. I primi vivevano in abbazie e monasteri che si erano diffusi in tutta l\u2019Europa fin dall\u2019alto medioevo, quasi sempre lontano dalle citt\u00e0, e dotati di cospicui beni fondiari I frati invece rappresentano una vigorosa espressione delle nuove forme di religiosit\u00e0 sorte nel Duecento. Queste comunit\u00e0 si facevano portavoce di un ideale evangelico di povert\u00e0 che le spingeva a fondare il proprio sostentamento sulle elemosine dei fedeli anzich\u00e9 sulle rendite della terra, come facevano i monaci. Perci\u00f2 queste nuove famiglie religiose, anche se sottoposte canonicamente a diverse regole, presero complessivamente il nome di Ordini mendicanti. I due principali Ordini mendicanti furono quello dei Minori, seguaci di san Francesco di Assisi, e dei Predicatori, seguaci di san Domenico di Guzm\u00e1n. Nel corso del Duecento, accanto a questi, presero vita altre comunit\u00e0, dotate di un proprio carisma: i Carmelitani, i Servi di Maria, gli Eremitani di Sant\u2019Agostino (o Agostiniani). Fu la vivacit\u00e0 di tale slancio religioso a creare qualche confusione nell\u2019abito da indossare. I frati di ogni comunit\u00e0 dovevano essere immediatamente riconoscibili: Francescani e Domenicani lo erano, poich\u00e9 i primi indossavano un semplice saio di colore grezzo, cinto con una corda, simbolo di umilt\u00e0, mentre i secondi vestivano pi\u00f9 riccamente una tonaca bianca con sopra una cappa nera. Il problema della confusione poteva per\u00f2 insorgere con altri movimenti minori, che non avevano ancora ben decantato la loro \u2018divisa\u2019. La lettera che qui leggiamo \u00e8 un esempio tra le tante conservate nell\u2019Archivio dei Conventuali, con cui papa Gregorio IX ordina di far rispettare l\u2019uso di un abito di colore nero, con ampie maniche, ai religiosi Brettinesi, una comunit\u00e0 di ispirazione eremitica sorta pochi anni prima nel territorio di Fano e che qualche tempo dopo sarebbe confluita nell\u2019eterogeneo gruppo dei frati agostiniani. Il motivo per il quale i Minori volevano che il papa disciplinasse l\u2019abito dei Brettinesi \u00e8 chiaramente espresso nel testo: i fedeli non dovevano confondere questi ultimi religiosi con i francescani nel momento in cui avevano intenzione di fare elemosine. Dunque, anche l\u2019abito fa il frate!<\/p>\n","post_title":"pergamena 3","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena-3","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-18 09:43:19","post_modified_gmt":"2021-12-18 08:43:19","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34165","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"},{"ID":34142,"post_author":"2","post_date":"2021-12-17 13:09:36","post_date_gmt":"2021-12-17 12:09:36","post_content":"\n<\/video><\/figure>\n\n\n\nFrancesca Bartolacci<\/em> - UniMc<\/p>\n","post_title":"pergamena 2","post_excerpt":"","post_status":"publish","comment_status":"closed","ping_status":"closed","post_password":"","post_name":"pergamena2","to_ping":"","pinged":"","post_modified":"2021-12-18 11:51:24","post_modified_gmt":"2021-12-18 10:51:24","post_content_filtered":"","post_parent":0,"guid":"https:\/\/www.comune.osimo.an.it\/?p=34142","menu_order":0,"post_type":"post","post_mime_type":"","comment_count":"0","filter":"raw"}],"next":false,"prev":false,"total_page":1},"paged":1,"column_class":"jeg_col_2o3","class":"epic_block_11"};
Questo sito utilizza cookie tecnici, analytics e di terze parti. Proseguendo nella navigazione accetti l’utilizzo dei cookie. Privacy policy OK No